Brent Cobb – “Southern Star” (2023) by Trex Roads

Ormai il country indipendente è una marea inarrestabile, talmente inarrestabile che ormai anche il music business del mainstream non può ignorarla e cerca. Brent Cobb è stato protagonista di questo movimento

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Ormai il country indipendente è una marea inarrestabile, talmente inarrestabile che ormai anche il music business del mainstream non può ignorarla e cerca, anzi, di inserirsi in questo successo che non conosce crisi o cali di popolarità da anni.

Basti pensare che i festival che si susseguono dalla primavera all’autunno sono grandiosi, con delle line-up da sogno e registrano sold-out in ogni angolo degli Stati Uniti. Si è tornati a fare musica indipendente come si usava negli anni ’70 quando gli artisti erano un vero movimento e collaboravano fra loro per il successo uno dell’altro.

Ecco, Brent Cobb è stato protagonista e testimone della rinascita di questo movimento che con fatica si è lasciato alle spalle le lusinghe e i dollari sonanti del music business che cercava di ingabbiarlo in folli regole commerciali. Non tutti, nonostante il talento, sono riusciti a a farlo, ma quelli che ce l’hanno fatta oggi sono snocciolati in una delle canzoni più belle degli ultimi anni.

Parto in maniera diversa oggi a raccontarvi questo disco e comincio col parlarvi di un brano che è un manifesto, una testimonianza, una celebrazione da parte di un artista che c’era, ha vissuto e ha condiviso gli studi di registrazione, il palco e la vita con i migliori artisti della musica indipendente, ma anche con quelli del mainstream.

Brent Cobb con When Country Came Back to Town ci regala una sorta di playlist dei migliori artisti country di questo movimento e lo fa con una meravigliosa ballata che ha impiegato 15 anni a completare e che sarà nei miei speaker per tanti anni a venire. Non è riuscito a inserire tutti, ma ci sono nomi che oggi riempiono le arene, ma quando hanno iniziato erano osteggiati e suonavano per 100$ nei drugstore e oggi sono il faro che guida quelli che vogliono percorrere le stesse strade.

C’è il “cugino Dave” che è Dave Cobb il mago della produzione che ha dato il la al movimento, c’è Jamey Johnson e il suo compianto chitarrista Jason “Rowdy” Cope con cui condivideva i sogni, c’è Sturgill Simpson che ha aperto la strada come Cody Jinks, c’è Chris Stapleton e la moglie Morgane, Nikki Lane e anche chi, nonostante sia inglobata ormai nel carrozzone di Nashville, resta una grande artista e cioè Miranda Lambert. E tantissimi altri.

Non solo un brano da ascoltare, ma un brano da leggere e tramandare ai posteri: oggi la musica indipendente è protagonista e lo è grazie ad artisti come Brent Cobb, nessun dubbio riguardo a questo.

Southern Star è un disco perfetto, 10 canzoni che sono una celebrazione non solo della musica del Sud degli States, la parte migliore, per chi vi parla, della musica americana, ma è anche una celebrazione della vita dei luoghi dove Cobb ha vissuto.

Per esempio la title track che apre il disco è una dedica alla sua Stella Polare, quella dove sa che può tornare e sentirsi meglio e cioè la sua Georgia, ma anche ad un bar dove era solito frequentare il leggendario Jason Cope. Un artista che è stato suo ispiratore e con il quale ha condiviso tanto, prima della sua tragica scomparsa.

Il disco è stato registrato ai Capricorn Studios di Macon e il sentimento che avvolge il disco è lo stesso che avvolgeva i dischi di chi è nato e ha registrato qui: la Allman Brothers Band, Charlie Daniels, il soul e il southern, come nella splendida Livin’ the Dream. Ritmo, soul e una spruzzata di funk. Tastiere e armonica, una voce calda e un’abilità nello scrivere canzoni di qualità veramente pazzesca.

Patina è una bellissima ballata d’amore scritta dalla moglie di Brent che rilassa l’atmosfera, uno di quei pezzi che ci immaginiamo ascoltare sotto un portico davanti ad un piccolo fuoco. Bellissima nella sua disarmante semplicità.

Volevate rock e funk del Sud? Ecco a voi ‘On’t Know When dove la magia del sentimento gospel, che era alla base del suo precedente disco (la cui recensione potete trovare qui https://www.ticinonotizie.it/brent-cobb-and-now-lets-turn-the-page-2022-by-trex-roads/), in-contra l’honky tonk e il southern. Un pezzo divertente e con un arrangiamento da fuoriclasse.

Il ritmo non vi molla nemmeno in Devil Ain’t Done, andamento del Sud: soul, funk e blues in un mix assassino. Metteteci poi il testo che ci parla di come il nostro non vuole mollare l’atteggiamento ribelle e, anzi lo ritiene fondamentale e avrete un pezzo che non lascerà presto le playlist di chi ama il rock del Sud e il suo appeal.

Il lavoro si chiude con un’altra ode al Sud, Shade Tree, che ne abbraccia completamente il sentimento rilassato con una ballata d’altri tempi che la voce calda e intensa di Cobb rende ancora più incisiva. Il songwriting di questo ragazzo ha pochi eguali nel mondo indipendente. Chapeau!

Southern Star è uno dei dischi indipendenti dell’anno, non solo per la canzone che celebra le gesta dei suoi eroi, ma perché esalta un territori e il suo sentimento che sono la migliore espressione della musica cantautoriale americana.

Cobb dopo album veramente bellissimi, ci regala un altro capolavoro da tramandare ai posteri che lo pone, senza ombra di dubbio, fra i migliori della sua generazione.

Un disco che nella sua tranquilla semplicità, cela un mondo di poesie e storie complesse e piene di significati, che vanno apprezzate lentamente, come se steste sorseggiando un tea dolce in uno di quei barattoli di vetro, avvolti dal profumo delle pesche, seduti sotto un portico di legno.

Io, come Brent Cobb, lascio agli altri la stella che punta al Nord, musicalmente la mia stella è una stella del Sud che punta direttamente verso i luoghi dove la migliore musica americana si è rivelata al mondo.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.com

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