Il mondo universitario ricorda il professor Angelo Mattioni

Le parole del suo successore

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Il giurista Angelo Mattioni, professore emerito di Diritto Costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, è morto nella casa di famiglia a Monvalle, in provincia di Varese, all’età di 88 anni. La notizia della scomparsa, a funerali avvenuti, è stata data dall’Ateneo milanese del Sacro Cuore dove Mattioni ha trascorso gran parte della sua vita accademica, essendosi qui laureato in Scienze politiche nel 1959, Facoltà in cui ha iniziato la carriera accademica, poi conclusa presso la Facoltà di Giurisprudenza nel 2010 (con parentesi di insegnamento nelle Università degli Studi di Trieste, Trento e Milano).

I suoi rientri all’Università Cattolica, dopo il pensionamento, coincisero con due felici occasioni: il 24 maggio 2011 colleghi e allievi presentarono il volume “Scritti in onore di Angelo Mattioni” (Vita e pensiero) e il 6 novembre 2013 gli fu conferito il titolo di professore emerito. L’attività di ricerca Angelo Mattioni ha spaziato da problemi collegati alla complessità della vita sociale e politica degli uomini, riguardati in prospettiva costituzionale, internazionale e regionale, a problemi attinenti alle più ampie concettualizzazioni della dottrina dello Stato, evidenziando i problemi dell’organizzazione costituzionale, i rapporti fra ordinamenti, la rilevanza degli atti comunitari, la libertà e i diritti sociali visti nella la logica del pluralismo e della sussidiarietà.

Il professor Renato Balduzzi, che gli è succeduto nell’insegnamento di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza, lo ricorda in questi termini: “Grande conoscitore del diritto sanitario e della sanità tout court, Angelo Mattioni praticava nei propri confronti, con naturalezza, un understatement di stile britannico: non ostentava le proprie conoscenze, non teneva ad imporsi, era sì determinato, ma con mitezza e rispetto. E sì che avrebbe potuto facilmente mostrare i propri quarti di nobiltà. Ad esempio, a lui si deve quell’art. 1, comma 18 del decreto legislativo n. 229 del 1999 (introdotto dalla riforma sanitaria del 1999), il cui testo combina mirabilmente precisione giuridica, afflato etico e qualità linguistiche: ‘Le istituzioni e gli organismi a scopo non lucrativo concorrono, con le istituzioni pubbliche e quelle equiparate (…), alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà, dando attuazione al pluralismo etico-culturale dei servizi alla persona’. Un percorso di vita dedicato alla ricerca, alla didattica, alla partecipazione ecclesiale e civile. Con due bussole, il Vangelo e la Costituzione italiana. Difficile colloquiare con lui senza che evocasse, con semplicità e senza retorica, questi due punti di riferimento”.

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