Robecco, l’appello di Mattia Ceriotti e quasi 300 firme: ‘Salviamo l’oratorio di san Majolo”

Servono alcune decine di migliaia di euro, molte delle quali già raccolte da privati

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” Prospettante con la facciata , preceduta da un portichetto con colonnine binate , verso il lato meridionale della piazza centrale, all’angolo con la strada per Abbiategrasso, la cappella sembra quasi inglobata nel tessuto edilizio delle case confinanti. In memoria dei caduti della prima guerra mondiale, nel novecento venne aggiunta sopra il portale d’accesso un’iscrizione con la dedica, mentre davanti al portichetto antistante furono collocati due grandi bossoli scolpiti su basamento in pietra”.

Quella che avete letto è la scheda che il settore Beni Culturali della Lombardia dedica all’oratorio di san Majolo, piccolo edificio religioso simbolico per Robecco sul Naviglio. Si trova in piazza XXI Luglio, all’angolo con via Dante. Edificato nel diciottesimo secolo, è uno dei tanti monumenti che rendono Robecco una vera perla di bellezza architettonica, assieme alle ville di delizia lungo l’asta del Naviglio Grande.

“L’oratorio di San Majolo, ubicato nella piazza principale e risalente ai primi del Settecento, è stato punto di riferimento spirituale per i robecchesi, i quali, devotamente, hanno sempre tributato all’abate protettore, i frutti delle proprie fatiche. Nel Settecento la campana della chiesetta di San Majolo suonava per richiamare a riunione i capi famiglia per discutere dei problemi della comunità e per eleggere il sindaco e il parroco. A San Majolo, abate di Cluny, era particolarmente devota la comunità di Robecco che a lui si affidava anche per ottenere benedizioni celesti sui frutti della campagna, e per tener lontani i flagelli della grandine. La pala d’altare rappresentante S. Majolo è del pittore Domenico Biraghi e fu collocata l’11 maggio 1858 giorno della Festa del Santo.in sostituzione di una precedente rovinata. Nel 1936 l’oratorio venne dedicato ai caduti della Grande Guerra e successivamente a quelli della II guerra mondiale”. Così recita la scheda che compare sul sito del Comune di Robecco.

Da almeno 4 anni il giovane Mattia Ceriotti, già consigliere comunale ed attivo in oratorio, ha deciso di lanciare un appello ed una raccolta fondi per ristrutturarlo. L’immobile è di proprietà comunale, pertanto è da lì che ovviamente deve partire l’iter per il recupero.

Le varie pareti esterne, ammalorate, appaiono ancora più danneggiate a confronto con il caseggiato vicino appena ristrutturato e tutto risalta ancora di più, in modo negativo, all’occhio del passante. Per non parlare di quelle interne, dove si rischia di perdere la pala d’altare e tutta la parte pittorica, causa muffa e caduta degli intonaci. Un fenomento acuito dalle recenti piogge, che effettivamente (siamo stati a visitarlo domenica insieme a Mattia, che si dedica alle pulizie ed alla cura del monumento con grande passione e spirito di servizio) hanno reso ancor più precaria la situazione.

Il fatto nuovo è una raccolta firme che ha già raggiunto quota 300: si legge testualmente che lo stato in cui versa San Majolo consiglia di attivare quanto prima il via ai lavori di restauro. Per i quali Mattia Ceriotti ed altri privati robecchesi hanno già raccolto circa 30mila euro.

Adesso la palla passa a chi di dovere: per il bene ed il decoro di Robecco, non di qualcuno in particolare, sarebbe il caso oltreché opportuno intervenire, cogliendo così l’auspicio e lo sforzo dei robecchesi legati a questo monumento.

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