La Milano dell’ortomercato: violenza e illegalità dilaganti

Dopo l'omicidio di ieri

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“Arrivano in cinquecento da Torino per vendicare Jhonny”. La voce corre tra strade, case e negozi spopolati per il lungo ponte festivo poche ore dopo che Jhonny Sulejmanovic e’ stato ucciso davanti all’Ortomercato a colpi di pistola mentre dormiva in un furgone accanto alla compagna Samantha che, dicono i familiari, aspetta da lui un bambino da quattro mesi.

Col passare delle ore, i presunti giustizieri evocati dai parenti della coppia di diciottenni scendono a cinquanta finche’ l’idea della spedizione imminente evapora. Resta la rabbia nel cielo ancora gelido di un’acerba primavera ad accomunare chi voleva bene a Jhonny e chi qui ci vive e, parlando coi giornalisti delle tv, si fa riprendere di schiena perche’ ha paura. Siamo di fronte ai cancelli del gigantesco edificio da dove passano tonnellate di frutta e verdura per la citta’ ma anche, come raccontano indagini giudiziarie del passato, droga, mafia e affari criminali.

“No, non fate immagini nemmeno alle scarpe per favore che mi riconoscono”. Lei e’ la donna che, “svegliata dagli spari”, ha visto dal balcone di casa sua “un ragazzo a terra, pieno di sangue e delle persone che cercavano di rianimarlo gettandogli l’acqua addosso e urlando che bisognava chiamare la polizia. Proprio le forze dell’ordine che qui non si vedono mai, eppure succede di tutto. Pensi che ho perfino paura a far bere il cane dalla fontana perche’ dentro gli zingari ci buttano il detersivo”.

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