Messina Denaro: la Procura di Milano punta la lente sul caso dell’architetto del comune di Limbiate

Tra i fiancheggiatori dell'ex primula della mafia di Castelvetrano, nel Trapanese, anche Massimo Gentile, architetto di 51 anni, di origini siciliane, dal 2018 dipendente del comune di Limbiate in provincia di Monza Brianza,

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E’ all’attenzione della Procura di Milano il fascicolo della Procura di Palermo in merito ai tre fedelissimi di Matteo Messina Denaro, arrestati all’alba di ieri, con l’accusa di associazione mafiosa.

Tra i fiancheggiatori dell’ex primula della mafia di Castelvetrano, nel Trapanese, anche Massimo Gentile, architetto di 51 anni, di origini siciliane, dal 2018 dipendente del comune di Limbiate in provincia di Monza Brianza, dove svolge il ruolo di coordinatore dei procedimenti del comparto Lavori pubblici, dove gestiva anche progetti finanziati con i fondi del Pnrr.

E’ su questo aspetto che è puntato il faro della Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, che ha affidato il ‘compito’ di valutare il fascicolo dei colleghi di Palermo al Dipartimento che si occupa di Pubblica Amministrazione. Al momento non vi sono procedimenti che riguardano Gentile.

Il blitz è scattato all’alba di ieri in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo Alfredo Montalto, su richiesta del procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto della Dda Paolo Guido. Gentile, secondo i magistrati della Dda palermitana, ha fornito la sua carta d’identità al latitante che prima di essere “Andrea Bonafede” utilizzava l’identità di “Massimo Gentile”.

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