Coppia gay e ignoranza dei comuni sulle Unioni Civili: “Ci sposeremo in un paese del Magentino, qua è tutto diverso”

Lui vive a Magenta, il compagno in Piemonte. Le difficoltà proprio nella zona alto novarese. dove gli impiagati hanno mostrato difficoltà enormi nell'applicare la legge Cirinnà.

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Ignoranza della legge di riferimento, ostacoli spesso creati ad arte per tirarla lunga. Le coppie gay che desiderano unirsi civilmente spesso incontrano difficoltà enormi. Non ovunque però. Se nel magentino il personale degli uffici preposti è preparato e disponibile non è così altrove. Ne sa qualcosa un uomo di circa 50 anni che vive a Magenta e che intende unirsi civilmente con il suo compagno che è residente in un piccolo comune dell’alto novarese.

“Ci siamo trovati di fronte, nella migliore delle situazioni, a delle persone imbarazzate che non conoscevano la materia e non sapevano cosa rispondere – afferma – Perché era una legge per loro sconosciuta che non avevano mai dovuto applicare”. Eppure la cosiddetta legge Cirinnà sulle unioni civili è vecchia di qualche anno. E’ del maggio 2016 e prevede che l’obbligo di assistenza morale, materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti saranno tenute all’obbligo dell’assistenza a seconda delle proprie capacità lavorative. Uno statuto analogo a quello del matrimonio,. Ma, nonostante le buone intenzioni legislative, se due uomini o due donne intendono contrarre l’unione civile emergono i problemi.

“Il comune piemontese non aveva alcuna modulistica – continua – gli impiegati erano ignoranti in materia e ci hanno messo davanti ad un dato di fatto. Che ci sarebbe voluto del tempo, tanto tempo, per arrivare ad una conclusione. Abbiamo inviato loro diverse mail alle quali non hanno mai risposto. Il sospetto che abbiamo avuto è che non avessero per nulla voglia di celebrare un matrimonio tra gay nel loro piccolo paese dove forse in molti non l’avrebbero presa bene”. La legge prevede che le unioni civili si possono celebrare in qualsiasi comune d’Italia, indipendentemente dalla residenza degli interessati. In questo caso uno di Magenta e l’altro di un comune del Piemonte. E così si sono rivolti agli uffici di un piccolo comune a pochi chilometri dalla città di Magenta. Dove la situazione è radicalmente cambiata.

“Abbiamo trovato persone disponibili, preparate e pronte ad aiutarci – aggiunge – un comportamento esemplare che ci ha fatto riflettere. Pensiamo che la pubblica amministrazione debba trattare i cittadini in modo uniforme eppure ci siamo accorti che ci sono pubblici impiegati che conoscono le leggi e sono disponibili e altri che non lo sono e non conoscono. Forse in alcuni paesi del Piemonte orientale c’è ancora molto da lavorare”. Per il 50enne di Magenta il problema è stato risolto, almeno dal punto di vista burocratico. Le difficoltà le hanno messe in conto, ma spesso trovarsele davanti crea non pochi disagi e sentirsi gli occhi puntati addosso perché gay non fa certo bene. “Il lavoro da fare per sensibilizzare gli uffici comunali alle unioni civili è ancora lungo e tortuoso”, conclude.

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