Magenta: l’ombra del bullismo sul ragazzo che si è allontanato dalla scuola

Naturalmente non c'è certezza su nulla, ma la comunità islamica, per voce del referente Ashfaq, vuole fare chiarezza.

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Vuole fare chiarezza la comunità islamica sulla scomparsa del sedicenne di Magenta ritrovato martedì alle 5 dai carabinieri a Corbetta. Dopo una fuga durata nemmeno 24 ore, ma che fa riflettere. Perché su quella breve sparizione sono emerse ipotesi di bullismo. «E’ su questa possibilità che vogliamo che si cerchi di capire meglio cos’è accaduto», ha detto Munib Ashfaq, referente della comunità islamica. La famiglia del giovane frequenta il centro di via Bachelet a Magenta. Ashfaq ha parlato con la famiglia e con persone ad essa molto vicine.

«Due ragazzi lo infastidivano in continuazione – racconta – questo da testimonianze che abbiamo raccolto. Se così fosse sarebbe davvero grave. E’ per questo che vogliamo insistere su questo argomento. Fermo restando che dal padre viene negata qualsiasi ipotesi di bullismo». Un ragazzo che abbandona la classe all’improvviso, lasciando i suoi effetti, compresi il telefonino e il giubbotto. Rischiando sulla sua salute perché ha girovagato per tutta la notte sedendosi di tanto in tanto sulle panchine, fino al ritrovamento lungo la strada per Magenta. Si tratterebbe di episodi che vedrebbero coinvolti due ragazzi al massimo. Gli altri amici si sono prodigati nel divulgare la sua foto ovunque affinché venisse ritrovato al più presto.

«Dalle testimonianze abbiamo saputo che era stato anche rinchiuso in uno sgabuzzino – aggiunge – è un ragazzo sportivo che frequenta la palestra e pratica le arti marziali. Ma tutti possono essere vittime di bullismo, anche se si possiede un carattere forte. Ci sembra strano che, in un momento di sconforto, abbia deciso di piantare li tutto e uscire dalla classe per cominciare a camminare senza una meta precisa. Come referente della comunità islamica di Magenta e dei paesi limitrofi non posso che seguire questi episodi da vicino e fare in modo che i ragazzi possano trovare la loro serenità nel loro ambiente più importante, che è la scuola».

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