La puntura del Duca. “Un Paese morto di regole”

La vicenda dei bambini 'strappati' alla famiglia che vive nel bosco porta fare alcune riflessioni su come vanno le cose in questo nostro strano paese ...

“Faccia da 886….e quella voglia di allungare il brodino”. A cura di Max Moletti

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - "Egregio Direttore, Tutti noi, almeno una volta, abbiamo avuto un gruppo. Negli anni si chiamava “complesso”, e ognuno di noi ha...

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “In Italia convivono troppe regole e nessuna regola. È il paradosso di un Paese che, dal 1992 a oggi, ha accumulato debito, burocrazia e consulenze, ma ha perso servizi, opportunità e fiducia.

La democrazia rovesciata
Viviamo in una democrazia che sembra appesa a testa in giù: non più luogo di confronto, ma arena di sputi e schiaffi. La politica si riduce a un gioco di specchi, dove si ripete ciò che dice l’avversario, si mescolano le carte e si vince anche se la gente non vota. L’importante è impedire che governi “l’altro”, non costruire soluzioni per tutti.

Famiglie e scuola: il nodo irrisolto
La memoria ci riporta a un passato di violenze domestiche, di figli cresciuti tra cinghiate e umiliazioni. Oggi, invece, la scuola distribuisce promozioni senza preparazione, generando una generazione di attestati vuoti. Regole applicate in modo diseguale: i figli dei Rom stigmatizzati, la giovane paladina ambientalista santificata. Ma la domanda resta: chi pensa davvero al futuro dei nostri figli, senza filtri ideologici o spinte di convenienza?

Un Paese nel caos
Il caos diventa metodo: cambiare tutto perché nulla cambi. Creare confusione per impedire all’avversario di governare. Intanto, il popolo sguazza nell’emergenza e qualcuno si arricchisce. È il capolavoro della comunicazione politica: non importa se la democrazia si svuota, basta che io vinca.

La morale
La scuola non deve bocciare “i figli degli altri”, ma tornare a formare cittadini consapevoli. Perché se continuiamo a miracolati nel cielo dell’attivismo sterile, i nostri figli resteranno senza futuro.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner