Ottomarzo
Quanti sono i vassoi della vita, quante volte apriamo e richiudiamo gli stessi dai coperchi che pensiamo di aver posto sopra anche se, anche se, i vassoi non hanno copertura. A volte non vediamo a volte vediamo troppo e troppo poco diciamo.
La terra, oggi, mi sembra piĆ¹ chiara, meno scura, non soā se ĆØ per via dellāacqua che continuo a mettere, non so se si stĆ diluendo un poā di colore suo. Staā di fatto che mi sembra piĆ¹ chiara. Poi guardo meglio, scruto, indago e ne analizzo il perchĆ©, Scopro una maglia, una tessitura, una trama leggermente trasparente, quasi eterea, una cartilagine amorfa, una membrana traforata, un ricamo che addolcisce colori e asperitĆ . Sono le radici, le parti nascoste, ma non tanto bene in questo āvassoioā, si lasciano vedere, quasi, si lasciano accarezzare dagli occhi, quasi, si lasciano intuire dalla mente, quasi.
Quasi quasi vuoi vedere che ā¦
Questa metafora dove mi spingerĆ ? Riesco a vedere meglio, ora, nel fondo del mio bicchiere rotto, paradigma della mia osannata, e forse solo da me, positivitĆ , della mia incrollabile fiducia verso lāavvenire, del mio dannato ottimismo: āCerto meglio avere anche solo un tocco di vetro, che assomiglia ad un bicchiere, col bordo anche rotto, sbeccato, ma con il fondo integro, che se anche sporco, quando trovi lāacqua, meglio se pulita, lo puoi anche lavare, resentare, e darti o dare da bere a chi ne ha bisognoā questo mio pensiero che vado in giro a raccontare, per dimostrare che in fondo, quello che ho ĆØ sufficiente, quel che riesco a prendere a strappare dal fondo del grasso dellāuniverso, catrame piccicoso e colloso, nutrimento e schifezza, per me basta, ma non aggiungo mai che avanza.
Non basta sempre e non avanza, che delle volte invece mi maledico e scarnifico il mio pensare, lo marchio con lāuncino dellāamo della mia canna da pesca. Butto lāamo nella pelle a strappare ancora idee, volontĆ , tratti di progetti che non ho terminato ma che devo terminare, che recupero dal fondo delle memorie mentre la mente giĆ ne preconizza il futuro, spero momentaneo parcheggio, e nellāalba nuovaĀ sāalza giĆ la nuova idea che prenderĆ corpo nelle prossime ore. Dunque, scavo guardo, giro intorno al rettangolo dove il tondo ĆØ appoggiato, ma un lato chiuso del muro me ne impedisce il periplo.
Sta lƬ, se ne sta lƬ, pacifico e beffardo, sa che lo nutrirĆ² ancora, sa che guarderĆ² ancora se dal basso qualcosa spunta.
Domani il sole brillerĆ sul lembo che questa notte, un pochino, si modificherĆ .