― pubblicità ―

Dall'archivio:

Vincere la disgrafia si può ! Il Corsivo Encefalogramma dell’Anima. A cura di Irene Bertoglio

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Scritture incomprensibili, studi di grammatica, analisi logica e del periodo: che fatica! Per fortuna al giorno d’oggi abbiamo computer, tablet, tastiere elettroniche, la possibilità di scrivere in carattere stampato, di cancellare testi premendo un solo tasto e correttori automatici: tutto molto più semplice e immediato. Eppure, sempre più spesso, docenti universitari denunciano l’incapacità degli studenti di esprimersi scrivendo correttamente in lingua italiana. Studi recentissimi evidenziano inoltre come, all’aumento dell’uso degli strumenti informatici, corrisponda una crescente diffusione di dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia. Il prestigioso Massachusetts Institute of Technology ha dichiarato che i tablet peggiorano l’apprendimento; è infatti già possibile osservare segnali poco incoraggianti della drastica diminuzione del rapporto tra attività mentale e motoria, in particolare sui giovani: difficoltà nel mantenimento della soglia di attenzione, incapacità di tenere alta la concentrazione, bisogno di ricevere stimoli in continuazione e alti livelli di stress.

 

Dunque, perché è importante non perdere l’acquisizione della scrittura manuale? Un primo valore della scrittura è legato all’espressività: esiste infatti un collegamento preciso tra la forma particolare che noi realizziamo nella grafia corsiva e il nostro modo di essere interiore, il nostro modo di pensare e vivere, i nostri valori, la nostra filosofia di vita, le scelte che facciamo. In sintesi, quello che noi siamo. La scrittura è unica e irripetibile, rappresentativa della personalità, tanto è vero che sia l’analisi grafologica che i cosiddetti “test carta e penna” si basano sulla “proiezione”; permettono cioè di rilevare la personalità del soggetto sulla base di un elaborato personale. La scrittura di Leopardi, Madre Teresa di Calcutta o di Papa Francesco, ad esempio, dicono molto del loro modo di essere: se disimpariamo a scrivere con carta e penna, in futuro non potremo più contare su un testamento così importante come quello lasciato dalla scrittura a mano.

In secondo luogo, quando un bambino scrive male, anche se non sempre si tratta di vera e propria disgrafia, ciò interferisce nell’apprendimento con ricadute negative sulla concentrazione, sull’ortografia e sull’autostima. La difficoltà di scrittura penalizza l’andamento scolastico, creando disaffezione per la scuola rendendo più difficile il confronto con i compagni di classe. Laddove il disturbo viene poi “stigmatizzato” con una diagnosi, si fissa nel bambino la percezione personale di sentirsi diverso, che lo porta spesso ad isolarsi socialmente e a sviluppare un senso di inferiorità. Ciò può causare l’instaurarsi di sintomi ansioso-depressivi. Studi scientifici sull’importanza del carattere corsivo hanno evidenziato come, attraverso la sua acquisizione e il suo uso, nel cervello avviene una stimolazione di molte aree cerebrali e comporta uno sviluppo più ampio delle capacità mnemoniche, la strutturazione di un pensiero più rapido e lineare, oltreché una maggiore libertà espressiva dovuta all’attivazione della parte emozionale. Quanto scritto finora ha l’obiettivo di sensibilizzare il mondo educativo affinché prenda sempre più piede una didattica della scrittura attenta a prevenire l’instaurarsi di difficoltà grafo-motorie. Tuttavia, in caso di presenza di disgrafia, è possibile affrontare e risolvere la difficoltà grazie alle sedute di rieducazione della scrittura. Le cause di una brutta scrittura sono di diversa origine e ciò comporta una vasta differenziazione anche nell’intervento che il grafologo attua, intervento che è sempre personalizzato. La rieducazione della scrittura diventa terapeutica: trasmettere speranza stimolando le acquisizioni è il segreto alla base di qualsiasi educazione; la seduta allora non mira soltanto ad una sistemazione “tecnica” o estetica della grafia: il suo scopo è anche quello di evitare che il bambino si chiuda in se stesso e si incupisca. La possibilità di recupero dev’essere infatti garantita a tutti, al di là di ogni perentoria diagnosi.

 

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com). L’autrice è contattabile all’indirizzo [email protected].

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi