Straordinario a Bergamo: trapiantato bimbo di 7 anni con cuore che aveva smesso di battere

L'intervento effettuato all'ospedale Giovanni XXIII

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Un bambino di 7 anni ha ricevuto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo un cuore che aveva smesso di battere da 20 minuti. È un caso di donazione di cuore a cuore fermo. Questa metodica di prelievo è stata introdotta in Italia da qualche mese ed è stata applicata solo su pazienti adulti (all’ospedale Niguarda il primo caso in Lombardia, proprio alcuni giorni fa). Per la prima volta nel nostro Paese è stata realizzata su un paziente in età pediatrica. Donati oltre al cuore, anche fegato e reni. Il prelievo ed il trapianto di cuore sono stati effettuati dall’equipe del Centro trapianti di Cuore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, diretto da Amedeo Terzi, in collaborazione con gli specialisti del dipartimento Cardiovascolare. Le doppia équipe, per il prelievo ed il trapianto, è stata assistita dai rianimatori, coordinati in sala da Lorenzo Grazioli, dai perfusionisti e dallo staff tecnico ed infermieristico, per un totale di una cinquantina di persone coinvolte su tre sale chirurgiche adiacenti, per un totale di 13 ore ininterrotte, dalle 9 del mattino alle 22 di sera.

Le fasi preliminari del prelievo sono state curate dal Coordinamento prelievo e trapianto d’organo guidato da Sergio Vedovati, in stretto collegamento con il Coordinamento Regionale Trapianti e AREU che, tramite Giuseppe Piccolo e Marco Sacchi, assicurano, 24 ore su 24, la sinergia della Rete Regionale Trapianti. I riceventi compatibili sono stati individuati dal NITp, Nord Italia Transplant program, diretto da Tullia Maria De Feo. Proprio il Centro Nazionale Trapianti aveva concesso all’ospedale bergamasco l’autorizzazione al prelievo e trapianto cardiaco da donatore a cuore fermo, frutto del percorso comune sviluppato con le tre strutture lombarde di trapianto cardiaco. “Il mio ringraziamento e tutto il mio affetto vanno prima di tutto a chi ha compiuto questo gesto di estrema generosità: il donatore e la sua famiglia.

A tutto il personale sanitario – ha commentato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – esprimo grande stima per la professionalità e l’impegno con cui è stato raggiunto questo importante risultato che ha permesso ai piccoli pazienti e ai loro cari, proprio in questo periodo di festività, di ricevere il dono più grande: la speranza”. “In Italia – ha spiegato Amedeo Terzi, responsabile del Centro Trapianti di Cuore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – i pazienti pediatrici in lista d’attesa per un cuore sono 64. Il tempo di attesa medio per un paziente pediatrico supera abbondantemente l’anno. Riuscire a recuperare un maggior numero di organi, che altrimenti andrebbero persi, rappresenta una grande opportunità e una grande strada da percorrere soprattutto nei pazienti pediatrici”. Il candidato al trapianto, un bambino, in prognosi riservata, soffriva di una miocardiopatia dilatativa che aveva reso necessario quest’estate il suo inserimento nella lista d’attesa per un trapianto di cuore salvavita.

Il dono, arrivato nei giorni delle festività natalizie, ha avuto origine da un gesto di estrema solidarietà da parte di due genitori che – pur in un momento di profondo dolore – hanno acconsentito al prelievo degli organi del loro figlio deceduto. La donazione, resa possibile anche grazie alla collaborazione con la struttura ospedaliera che ha identificato e trasferito il potenziale donatore, ha permesso un’opportunità di cura e una nuova vita per quattro bambini. Oltre al cuore, è stato infatti prelevato anche il fegato, con un trapianto avvenuto in simultanea a quello di cuore sempre a Bergamo, in una sala operatoria adiacente, anche in questo caso si tratta del primo caso in Italia da donatore pediatrico a cuore fermo. Il trapianto è stato effettuato dall’équipe diretta da Domenico Pinelli. Donati anche i due reni, trasferiti per essere trapiantati in altrettante strutture della Rete Nazionale Trapianti.

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