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Incidente a Castel Volturno per una donna di Santo Stefano: “Personale eccezionale alla clinica dove mi hanno curata”

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SANTO STEFANO TICINO/CASTEL VOLTURNO Vero che la sanità in parecchie zone del meridione è messa davvero male, ma la testimonianza di una donna di Santo Stefano Ticino, coinvolta in una brutta avventura, evidenzia che non è sempre così e l’aspetto umano del personale sanitario è capace di far passare in secondo piano gli aspetti negativi. Katia Gagliardi, maestra alla scuola primaria Aldo Moro di Corbetta, si trovava a Castel Volturno per alcuni giorni di vacanza quando un incidente le ha provocato una brutta frattura all’omero. Tanto dolore, ma allo stesso tempo anche tanta speranza.

Siamo in provincia di Caserta dove i problemi sono enormi. Ed infatti, tutto sembrava mettersi proprio male per la stefanese. Dopo l’incidente ecco il primo imprevisto. “L’attesa per l’arrivo di un’ambulanza è durata oltre due ore – ha spiegato – nel frattempo stavo letteralmente morendo dal dolore. Mi è stato spiegato che non c’erano mezzi a disposizione e quello che avevano inviato per il mio incidente è stato dirottato per l’annegamento di un bambino”. Katia finisce in ospedale ed è stata trasferita alla Clinica Pineta Grande Hospital di Castel Volturno, diretta dal dottor Vincenzo Schiavone. Un vero polo di eccellenza che ha fatto crollare i luoghi comuni che, nel nord, fanno pensare al meridione dove ci sono solo strutture di pessima qualità. In quella clinica, invece, il personale riserva da sempre un’attenzione particolare al paziente in tutti i suoi aspetti. “Sono stata presa in carico da persone stupende – continua – vorrei ringraziare l’equipe di Ortopedia e Traumatologia diretta dal dottor Domenico Falco. E il medico che mi ha operata, il dottor Mario Mercede. Eccellente chirurgo ortopedico che mi ha asciugato le lacrime con la sua mano quando sono entrata in barella in pronto soccorso e che, con il suo sorriso, mi ha sempre rassicurata dandomi forza e conforto prima dell’anestesia totale. Mentre piangevo mi ha appoggiato la mano sulla spalla dicendomi che tutto sarebbe andato bene.

Ora comincerà una lunga riabilitazione al nord, spesso criticato, ma dove i mezzi ci sono. “Penso a quando ho composto la canzone per i medici del Fornaroli di Magenta impegnati a salvare vite dal covid – conclude – in quelle parole ho rivisto tutto quello che ho passato. Un ringraziamento speciale a mio papà e a tutti i parenti che non hanno mai smesso di sostenermi a distanza visto che le disposizioni anti covid non permettono ancora le visite”.

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