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Il grande Ticino di Cesare Angelini da Pavia- di Giuseppe Casarini

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Difficile dire quanti siano i riferimenti eย  le citazioni negliย  scritti letterari e nella corrispondenza epistolare con gli amiciย  di Cesare Angelini, sacerdote, poeta, critico, letterato, al fiumeย  Ticino. La presente รจ solo una nota esplorativa con le prime e immediate spigolature.

Parlando di Pavia scrisse:โ€ A Pavia, la luce trova il suo condensatore o cassa di risonanza nella presenza del fiume. Privilegio delle cittร  che nascono e crescono lungo le acque รจ quello di rispondere al richiamo della luce; e il Ticino, che รจ il primo ad accendersi e lโ€™ultimo a spegnersi, si beve da millenni tutte le nostre aurore e i nostri tramonti. Un giorno, se mi prenderร  lโ€™estro, vorrรฒ farci su qualche componimento poetico.โ€ Non risulta che poi lo abbia fatto a differenza di quellaย  bella pagina dal sapore decisamente poetico scritta sullโ€™Adda in uno dei tanti suoiย  magistrali commenti ai Promessi Sposi dellโ€™amato Manzoni. Sul Ticino allora sono i suoiย  riferimenti asettici e โ€œanonimiโ€ ? Per nulla come vedremo anche se alcuno, non si sa perchรฉ,ย  รจ giunto a dire che Monsignor Angelini non amasse il Ticino. Dubbi in tal senso parrebbero sorgere ad una lettura frettolosa della lettera scrittaย  il 12 gennaioย 1923 a Giuseppe Prezzolini:โ€ย Non ha voglia, Signor Prezzolini di spingersi sino a Pavia? Con alcune dolci lentezze provinciali, lโ€™aspettano basiliche stupende con gallerie che salgono ad archettiย  interzati come le rime di Dante verso Il Paradiso.

E ci sarebbe il caso, entrando da Porta Santa Giustina, di imbattersi in Petrarca, ospite dei Visconti e un poco invecchiato, caracolla sโ€™un cavallo candido piรน che neve per consolarsi di Laura salita da un poco in Paradiso. E poi cโ€™รจ il Ticinoโ€ฆtutto un compasso insomma.โ€ Di fatto il Ticino รจ lasciato per ultimo come una appendice ma non รจ cosi: qui prevale lo spirito del critico letterario tenuto conto del dotto interlocutore. Ticino che sarร  perรฒ reso vivido negli anni della tarda etร  in quella intervista impossibile:โ€La confidenza dei pavesi col fiume รจ raccontata dai cronisti di ogni tempo, cui sโ€™aggiungono le testimonianze dei pittori. Insomma, una cittร  di barcaioli e pescatori, mentre sullโ€™altra riva del Ticino le lavandaie del Borgo, sbattendo alle-gramente camicie e lenzuola, aiutavano il folcloreโ€ .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha voluto essere sepolto a Torre dโ€™Isola paese a lui caro per i tanti ricordi ed affetti familiariย  e di cui scrisse a suo tempo come nacqueย (Dal giornale cattolico โ€œIl Ticinoโ€ del 26 luglio 1969): โ€œ La prima notizia di Torre dโ€™Isola, che ce ne racconta la nascita e spiega il nome ยซfluvialeยป, risale al Mille o giรน di lรฌ; quando la Lombardia era sotto il dominio di Re Ottone e della Regina Adelaide, che risiedevano in Pavia. Pare una favola tantโ€™รจ bella. Dice che ogni notte, partendo dal ponte, solcava le acque del Ticino una barchetta guidata da un lume e, dopo alcuni chilometri, approdava a una piccola isola poco lontana dalla sponda. Vi calava una donna che si raccoglieva nel bosco, rimanendovi fin verso il mattino quando tutto spariva, il lume e la barca.โ€Ora, vuoi per caso o per amorevole destino,ย  poichรฉย  Torre dโ€™Isola si trova nel Pavese occidentale e si estende lungo la riva delย ย Ticino piace immaginare che il fiume poco distante dal luogo dove riposa Don Cesare,ย  con il suo continuo lento scorrer mormorio, voglia cullare il suo eterno sonno.ย Nel narrare dei giorni del Foscolo a Pavia il Ticino รจ nominato di fretta quasi distrattamente:โ€ E al Ticino, al non ancora ยซvarcatoยป Ticino, giunse da Milano, in legno, la sera del 1ยฐ dicembre, chโ€™era un giovedรฌโ€ฆโ€ E poi riferendosi sempre al Foscolo:โ€ Intanto Pavia riempie le sue lettere, anche se guardata con un senso di disagio.

Allโ€™Arrivabene, il 21 ottobre dร  notizia dโ€™una rapida corsa che vi ha fatto: ยซSono andato a Pavia ad apparecchiarmi la prigione e ad onorarlaยป. Al Pindemonte: ยซIo andrรฒ a Pavia allโ€™apertura dellโ€™anno scolastico, non primaยป. Al Brunetti: ยซNon penso a Pavia senza vedere nellโ€™Universitร  mille accusatori giusti contro di me, senza udire mille maligni esagerati. Ma, caschi il cielo ad opprimermi, non verrร  dicembre senza chโ€™io non mi trovi a Paviaยป. Al Monti: ยซIo vo dรฌ e notte pensando come provvedere alla mia traslocazione in Paviaยป. Al Giovio: ยซAl conte Giulio scriverรฒ quel giorno chโ€™io moverรฒ verso il Ticinoยป. E qui รจ invece il Foscolo a nominare con un certo senso di disagio il Ticino. Con nostalgia e pare anche con un certo senso di rimpianto per i tempi passati riappare il nome del Ticino assieme a caratteristici personaggi nel Diario del Novecento a cura di Luciano Simonelli:โ€ย Ma i rimpianti di Cesare Angelini scompaiono al ricordo di alcuni personaggi caratteristici della Pavia di un tempo e sta parlando di loro quando arriviamo in piazza Borromeo:โ€ Cโ€™era il professor Balanzone. Dโ€™estate portava il cappotto come dโ€™inverno e andava sempre in giro a raccogliere giornaliโ€ฆpoi il professor Peo che sul ponte del Ticino vendeva i โ€œbrassadรจโ€, dei dolciโ€ฆโ€

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In โ€œConoscere la provinciaโ€-Panorama del Pavese il suo scrivereย  รจ un inno dโ€™amore per Paviaย  e indirettamente per il suo fiume:โ€ย Poniamo, questa mia provincia, che sulla carta geografica della Lombardia presenta la forma stravagante dโ€™un triangolo con la base in su e il pizzo in giรน; con una capitale che non invecchia perchรฉ antica (antica capitale di regni) e un contado cosรฌ prosperoso di vita e di opere tutte al vento e al sole, che ogni giorno qualcuno rinnova il gusto dโ€™esserci nato contadino. Ma smorziamo ogni tentazione di lirismo, e parliamoย  con calma di questa provincia che, fatta di sindaci e parroci e dโ€™un mezzo milione di anime, รจ naturalmente quella di Pavia.ย  calma di questa provincia che, fatta di sindaci e parroci e dโ€™un mezzo milione di anime, รจ naturalmente quella di Pavia La quale, come la Gallia di Cesare, divisa est in partes tres. Quarum unam…, anzi due โ€” il Pavese propriamente detto e la Lomellina โ€” sono le parti soprane del triangolo; la terza o parte sottana, รจ lโ€™Oltrepรฒ. Maravigliosa provincia che, al nord, scappa verso i fiumi โ€” il Ticino e il Po โ€” con la sua pianura di praterie, di boschi, di marcite, di risaie e rogge e nebbie basse; e, al sud, sale coi festanti filari dei suoi vigneti verso i dorsi dellโ€™Appennino.. Al capoluogo, Pavia, basti aver accennato. Descriverlo, il discorso sarebbe trattenuto nella soggezione delle Guide vecchie e nuove, a cui ben poco cโ€™รจ da aggiungere, o nulla; fuorchรฉ lโ€™ammirazione per la cittร  regale che intreccia il superbo capriccio delle sue torri medievali alla sapienza delle basiliche e alla maestร  bonaria del suo fiume nel momento piรน bello. E par sempre una memoria poetica la notizia che il paese di Bereguardo sul Ticino ospitรฒ nel suo castello un pittorone come Filippo Brunelleschi, chiamatovi da Firenze per certi restauri.โ€

Anche nella โ€œLombardia di Carlo Cattaneoโ€ dove โ€œโ€ฆ assistiamo alla nascita di questa nostra terra che, collocandosi tra il Piemonte e la Venezia sorte per opera dโ€™altre eruzioni, entra, sotto il sublime arco delle Alpi, nel panorama settentrionale, ยซquasi adempiendo un disegno unitario della naturaยป. Cosรฌ, tra il Verbano e il Ticino da una parte, il Benaco e il Mincio dallโ€™altra, corsa da giovani fiumi e dal poderoso Po che la lega allโ€™Adriatico, sparsa di laghi che ne specchiano la bellezza, ricca di mirabili attitudini dโ€™aria e di cielo, la Lombardia, che ancora non si chiamava cosรฌ, preparava il destino agricolo del popolo che doveva abitarla. ยซPoichรฉ in ogni parte del globo giacciono predisposti gli elementi di qualche grande compagine che attende solo il soffio dellโ€™intelligenza nazionaleโ€ il Ticino โ€œ giovane fiumeโ€ย  da il suo contributo gioioso alla nascita di โ€œquesta nostra terraโ€!

Chiudiamo questa nota riportando quando scrive nel suo โ€œAndar per chieseโ€ :โ€ย Visitaย San Lanfranco. รˆ la basรฌlica piรน visitata dai forestieri, anche per il posto poetico dove sorge: sul Ticino, fra campi e alberi e balli campestriโ€ฆ..La facciata, come la massiccia torre quadrata che le sorge a fianco, รจ del secolo XIII

e, divisa in tre campate verticali, รจ sparsa di tazze o scodelle iridate che riflettono il

sole quando tramonta nei boschi del fiume. Ma tutta la facciata ha indelebilmente

sopra di sรฉ i colori bruciati dei tramontiโ€ย Non si respira forseย  in queste poche righe aria di poesia?

Giuseppe Casarini

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