Giornalismo locale in lutto: ciao Bias, continua a fare reportage anche da lassù

Se ne è andato troppo presto. Dietro a quell'aria burbera e spesso irascibile, si nascondeva una persona generosa

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Stamani poco dopo le 8,00 arriva il messaggino che (purtroppo) ti aspettavi da tempo: ‘E’ morto il Bias’.

Già, perché Francesco Maria Bienati, per tutti ‘il Bias’, era da un po’ che non se la passava troppo bene, alle prese con parecchi problemi di salute. Ha vissuto una vita intensa e senza compromessi ma certamente troppo breve.

Me lo ricordo negli anni di Città Oggi, fine anni Novanta, inizio anni 2000, entrava in redazione e mi chiamava affettuosamente “Bel fioeu”… forse perché all’epoca avevo ancora i capelli.

Saliva su al giornale con la sua voce roca, per le tante (troppe) sigarette fumate già di prima mattina. Aveva sempre qualcosa da farti vedere, uno scatto nuovo, una foto che ‘catturava’ in modo inedito il politico di turno o il personaggio locale. Anche se lui era abbastanza allergico alla politica in senso classico.

Lui era una persona libera così amava definirsi. Certo libera talvolta fino all’eccesso. Tanto da pagarne – alla fine di questo mondo terreno – di tasca propria anche alcuni suoi comportamenti.
Non aveva una carattere semplice Il Bias. Tutt’altro. Anche per chi come il sottoscritto tendenzialmente cerca di andare d’accordo con tutti…

Lui voleva essere semplicemente considerato come Il Bias, unico…Anche nelle sue spacconate e nelle litigate. Mi ricordo che una volta arrivò una telefonata in redazione: “Sono il Bias, cerco Leoni”. “Cosa è successo??” gli risponde la nostra Saretta… “Niente adesso ti mando una foto, ho appena avuto un infarto sono qua in Svizzera con il camion… metti su la notizia”.

In pratica, solo ad un personaggio come ‘Il Bias’ sarebbe venuto in mente di fotografare lui e i soccorritori all’opera …. con un infarto in corso.

Queste sue “boutade” andavano di pari passo con la generosità che metteva in campo in molti viaggi fatti in Albania, nell’ex repubblica di Jugoslavia. Ma anche nel rapporto che aveva da anni con l’amico Francesco Bigogno e la missione in Togo della sorella Maristella.

La fotografia era la sua grande passione. In pratica, aveva documentato tutto il territorio. Era stato in Medio oriente, come una specie di reporter di guerra dell’est Ticino in trasferta. Nella sua vita ha fatto tanti lavori, ma la natura del fotoreporter lo portava sempre alle sue radici.

Certo, l’ho già scritto, il carattere era quello che era. Testardo fino all’inverosimile. Una volta gli dissi: ‘Cazzo Bias se scrivessi bene come scatti le foto… saresti un fenomeno”. Si arrabbiò di brutto. Ma d’altronde lui aveva sempre la battuta pronta, dovevi incassare … mi “sfotteva” bonariamente perché io ero il giornalista “amico” dei politici. Vabbè. Ridevo.

Da sempre voleva creare un suo giornale. Lo diceva già vent’anni e passa fa, all’epoca di Città Oggi. “Lo compero io il giornale visto che va male…” … altra sua tipica sparata. “Ma i daneè Francesco?”.

Poi, con l’arrivo del web ecco la sua ‘creatura’ CAM Corriere Alto Milanese. Blog web che aveva creato a sua immagine e somiglianza. Spingendo tanto sul video e ovviamente un po’ meno sullo scritto. Obiettivo dichiarato fare rumore (e se possibile …fare incazzare). Ci riusciva benissimo in questo.

Ha portato avanti questo progetto tra gli altri, insieme agli amici Giuseppe Leoni e Graziano Masperi con cui anche il sottoscritto ha condiviso e condivide tantissimo.

Lo ha fatto finché ha potuto e ci è riuscito. Spiace, quasi fosse un segno del Destino, che il dominio di CAM non sia stato rinnovato a sua memoria. Proprio, pochi giorni fa, lo avevo cercato sul web … il sito non c’era più. Il dominio occupato da un sito di casinò on line…

Voglio sperare ed immaginare che ora il suo blog sia nell’etere e lui sia impegnato a dargli vita documentando un altro Mondo. Probabilmente migliore e senz’altro più sereno, di quello terreno.

ciao Bias.

F.V.

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