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Magenta, Matteo Brasca e Forma ‘pro’ Raise: aiutiamo i bambini prematuri- di Teo Parini

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MAGENTA – Un uomo che cinge una donna a formare un cuore, blu cobalto. Due genitori che, insieme, abbracciano un neonato in fasce: le fasi della vita. È il simbolo scelto per un progetto denominato RAISE (Research and Assistance for Infants to Support Experience) il cui fine è quello di sostenere la salute del bambino attraverso un approccio terapeutico multidisciplinare che comprenda anche il trattamento manipolativo osteopatico. Con il contributo dei suoi professionisti a partecipazione volontaria, RAISE rappresenta un valido ausilio clinico, scientifico e assistenziale in ambito neonatologico e pediatrico, sia ospedaliero che extra ospedaliero. L’idea alla base è che la conoscenza condivisa, attraverso esperienze e competenze congiunte, possa favorire la diffusione di un pensiero libero, creando speranza e autentica solidarietà.

A sostenere questo progetto è la Fondazione C.O.ME. Collaboration Onlus, organizzazione non-profit che ha ricevuto il riconoscimento Onlus nel 2014 il cui obiettivo, più in generale, è consolidare un network multidisciplinare per discutere idee da perseguire attraverso la ricerca di finanziamenti, in campo clinico e sanitario per esempio. Come nel caso della “Giornata mondiale della prematurità e della ricerca” fissata per il prossimo 17 novembre, occasione ghiotta per la Fondazione, attraverso il progetto RAISE, di sensibilizzare l’opinione pubblica su tutto quanto è connesso al parto pretermine e su come sia possibile supportare genitori e bimbi in un momento delicato della vita di entrambi.

Quello dei bambini nati prematuri è un cosmo nemmeno tanto micro. I canali di informazione, colpevoli di un menefreghismo congenito, ne parlano poco e malvolentieri benché le statistiche ci dicano che la singolarità riguardi all’incirca un bimbo ogni dieci, con il trend sensibilmente cresciuto nell’ultimo ventennio. Piccolo inciso: prematuro, secondo la definizione diramata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è il bambino nato prima della trentasettesima settimana di gestazione. In questi casi vi è una maggiore incidenza di possibili complicanze per il nascituro con la mortalità che incide in proporzionalità diretta con il grado stesso di prematurità. Non è quindi uno scherzo. E sempre per l’OMS, l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata appunto nelle questioni sanitarie, il miglioramento della qualità di vita nel prematuro è oggi una priorità, al punto da farne un obiettivo essenziale da perseguire e, si spera, raggiungere entro l’anno 2035.

Fragili e minuti, prima di tornare a casa da mamma e papà i bambini prematuri sono costretti a trascorrere periodi anche piuttosto lunghi all’interno di un reparto di terapia intensiva neonatale – TIN, l’acronimo – dove giocoforza se ne decide il destino. Un ambiente, quello dell’incubatrice, nel quale nonostante l’innegabile progresso compiuto dalla tecnologia medica non è possibile, per ovvi motivi, riprodurre con fedeltà le caratteristiche contenitive e affettive della vita intrauterina che talvolta viene a mancare per cause non ancora compiutamente definite dalla scienza. Ne sappiamo molto, insomma, ma ancora non a sufficienza. Alla ricerca, quindi, l’arduo compito di adoperarsi affinché si possa almeno ridurre la degenza dei piccoli ospiti all’interno di una macchina, limitandone per quanto possibile gli strascichi.

A tal proposito, tra i passi in avanti compiuti dal nostro sapere, uno in particolare riguarda da vicino il mondo dell’osteopatia. A parlarci dell’iniziativa promossa come anticipato da C.O.ME è Matteo, socio fondatore del poliambulatorio riabilitativo FORMA in Magenta e uomo calamita della solidarietà cittadina, che insieme al suo staff ha scelto di mettersi al servizio della causa. Studi recenti – ci fa sapere – hanno reso evidenti i benefici, primo fra tutti proprio la diminuzione del tempo di permanenza in TIN di cui sopra, del trattamento manipolativo osteopatico sul soggetto prematuro. Approccio con il quale il professionista, manipolando la rete di relazioni esistente tra i tessuti corporei, può favorire le tendenze naturali del corpo verso la guarigione e il mantenimento di una salute ottimale.

Matteo Brasca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel concreto, la Fondazione C.O.ME. promuove le cosiddette giornate del trattamento solidale, ovvero trattamenti osteopatici mirati alle singole esigenze del bambino o dell’adulto presso i centri di osteopatia che in tutta Italia volontariamente aderiscono all’iniziativa. Per tutto il mese di novembre, pertanto, il costo forfettario della seduta personalizzata sarà integralmente devoluto a favore del progetto. Chi volesse approfondire l’argomento può trovare informazioni più dettagliate nelle pagine del sito www.theraise.org o contattando direttamente lo studio FORMA.

Per i magentini, l’appuntamento con Matteo presso la sua struttura è previsto per domenica 25 novembre, giornata solidale che ha in serbo per noi una duplice opportunità: ottimizzare il benessere psicofisico e, al prezzo di una piccola rinuncia, contribuire concretamente a fare del bene. In omaggio a tutti i partecipanti anche il gadget ideato per l’occasione da RAISE: un ciondolo a forma di cuore per fare le bolle di sapone, emblema sia della fragilità che della spontaneità dell’infanzia. In altre parole, un bel modo per tornare bambini. Save the date.

Sveliamo infine un piccolo segreto che è anche una promessa. Da più di un anno la Fondazione C.O.ME si sta battendo affinché l’ospedale di Magenta possa offrire in futuro, tra i propri servizi, proprio una valutazione osteopatica gratuita per tutti i neonati. Un sogno che con l’impegno di tutti può essere realizzato.

Teo Parini

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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