Nei filmati c’è Marco Venturi, depositata in questi giorni la consulenza di parte della famiglia Benusiglio
MAGENTA – Si aggiungono nuovi particolari al giallo della morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37 enne trovata impaccata il 31 maggio 2016 in un parco pubblico in piazza Napoli a Milano.
La giovane all’epoca era la compagna del magentino Marco Venturi. Una relazione piuttosto tormentata e turbolenta che aveva portato anche all’apertura di un’inchiesta per stalking e lesioni, per episodi precedenti alla morte della donna, ai danni del Venturi.
La drammatica vicenda di Carlotta Benusiglio stava andando verso l’archiviazione. Ma la famiglia della giovane si è sempre opposta all’ipotesi del suicidio.
Il caso è stato riaperto e vede il magentino Venturi – che si è sempre detto estraneo ai fatti – indagato. Nei giorni scorsi, ne ha parlato di nuovo il TG2 in un ampio servizio. E’ stata depositata, infatti, la consulenza di parte della famiglia, da parte dell’ingegnere forense Antonio Barili, che ricostruisce le ultime ore di vita della giovane.
Le immagini del filmato di una telecamera riprendono il fidanzato di Carlotta che si allontana dal luogo in cui la stilista è stata trovata impiccata. Quattro minuti in tutto fra quando arrivano insieme e quando lui se ne va da solo.
Dunque, nuovi elementi che emergono in questa vicenda nella quale secondo l’avvocato di famiglia Gian Luigi Tizzoni (nella foto sotto tratta da La Provincia Pavese), le cose avrebbero potuto andare diversamente, se solo le indagini nelle battute iniziali fossero state più approfondite.
«Siamo in pieno centro di Milano, quattordici telecamere a filmare quanto successo, gli investigatori ne presero soltanto quattro. Erano una prova preziosa, probabilmente se fossero state viste tutte le sequenze – dice l’avvocato – a quest’ora potremmo dire con certezza se Carlotta, la notte del gesto estremo, era sola, o potremmo sapere cosa è veramente successo. E sarebbe stato un bene per tutti, per la famiglia Benusiglio che oggi chiede solo verità, e anche per l’ex compagno».
Così si espresse il legale della famiglia dell’agosto scorso, quando la Polizia Scientifica con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, misero in atto una simulazione proprio in quei giardinetti, lì gli investigatori provarono a ricostruire ancora una volta quanto successo quella notte.
Una prova tecnica effettuata utilizzando un manichino, con la possibilità di analizzare i movimenti in 3D , decisa dopo che il pm Gianfranco Gallo dispose ulteriori accertamenti che sono seguiti, appunto, alla iniziale richiesta di archiviazione del suo collega Antonio Cristillo da cui ha ereditato il fascicolo.