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Dall'archivio:

Furci insiste in Appello: “La comandante di Corbetta faceva uso di cocaina”. L’avvocato Grittini: “Le analisi lo smentiscono, è ossessione criminale”

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E’ cominciato giovedì con 4 ore di ritardo il processo d’appello per il caso Furci presso il V° collegio penale d’appello, presidente Barbara, a latere De Magistris e Caramellino. La Procura generale, dottoressa Gualtieri, ha chiesto la conferma della condanna.

CORBETTA – Ha preso la parola l’avvocato Roberto Grittini, difensore di Lia Vismara, parte civile e, dopo una lunga arringa, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, sia per la pena che per il risarcimento. Furci nel suo atto d’appello ha favorito alcune alternative. Insiste che la comandante della Polizia locale corbettese facesse uso di cocaina, cosa poi smentita dalle analisi del capello. Aggiungendo che lo stupefacente potessero averlo piazzato i Carabinieri di Bollate e un brigadiere della stazione di Corbetta, poi trasferito a Sedriano perché aveva risentimento nei confronti della comandante.

Furci continua sostenendo che sia lui che Memushi Mariglen stazionassero fuori da casa della Vismara (fatto provato dai tabulati telefonici) su espressa delega di un maresciallo dei Carabinieri che indagava su lei e sul sindaco nel procedimento nei quali sono stati assolti. Si torna in aula il 20 giugno, quando prenderanno la parola i difensori di Furci. Non si escludono colpi di scena e colpi bassi. “Dico che se si potesse scrivere un libro sulla vicenda lo intitolerei ‘ossessione criminale’, quella di Furci”., ha commentato l’avvocato Grittini.

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