Faccia da Sandro Giacobbe: sarà la nostalgia

Massimo Moletti, racconta il cantante che diventa compagno di viaggio, il ragazzo semplice di Genova che porta speranza con le sue canzoni

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Un artista che ha segnato emozioni e vita

Quando muore un cantante, non scompare soltanto una voce: se ne va una parte delle nostre emozioni, dei ricordi che hanno accompagnato momenti di vita. Sandro Giacobbe è stato questo per molti: un artista capace di trasformare la timidezza, l’amore e le scoperte in musica, ma anche una persona semplice e sincera.

La forza della musica

Le sue canzoni hanno dato speranza e coraggio. “Posso ancora volare” non è stata tra le più celebri del suo repertorio, ma ha rappresentato per chi l’ha ascoltata un inno alla resilienza. In ospedale, tra la vita e la morte, quelle parole hanno acceso la voglia di ripartire, di salire di corsa le scale, di tornare a vivere.

L’uomo dietro l’artista

Giacobbe non era solo un cantante: era un ragazzo di Genova rimasto semplice, legato alla focaccia e alla farinata, sempre disponibile e gentile. Rispondeva ai messaggi con naturalezza, senza mai far pesare la sua notorietà. Era capace di insegnare con pochi gesti e parole, lasciando insegnamenti profondi.

Una carriera vissuta con umiltà

Ha giocato nella Nazionale Cantanti, ha portato in musica la sensibilità dei ragazzi del nord, ha vissuto la sua carriera con serenità e senza forzature. Sempre sorridente, sincero, mai costruito per piacere. Un uomo che ha saputo restare autentico.

L’eredità

La sua scomparsa lascia un vuoto, ma anche un dolce ricordo. Non è morto solo un artista, ma una persona che ha saputo unire umanità ed empatia. È questo connubio che trasforma i cantanti in miti della memoria: perché non hanno soltanto fatto la storia della musica, ma hanno inciso nella nostra memoria personale.

A cura di Max Moletti

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