Eccezionale: donazione multiorgano, prima in Lombardia in ospedale senza centro cardiochirurgico

Tra Milano e Pavia

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Si è verificato il primo caso in Lombardia di donazione multiorgano effettuata da un donatore a cuore fermo in un ospedale senza Cardiochirurgia.

All’ospedale San Paolo era stato ricoverato un cinquantenne, donatore di organi e tessuti, per un arresto cardiaco che gli ha causato danni neurologici irreversibili, che non gli davano possibilità di sopravvivere. Per questo i medici hanno deciso di limitare i trattamenti intensivi in rianimazione.

La famiglia ha confermato le volontà del cinquantenne e quindi si è attivata la squadra di coordinamento donazioni dell’ASST Santi Paolo e Carlo con il supporto del Coordinamento Regionale di Procurement (guidato dal dottor Marco Sacchi) e la S.C. Trapianti Lombardia-NITp (guidato dalla dottoressa Tullia Maria De Deo) che ha visto la possibilità di una donazione multiorgano: cuore, reni e fegato. Ma al San Paolo non c’è un centro cardiochirurgico quindi è stata coinvolta l’equipe del Policlinico San Matteo di Pavia dotate di apparecchiature per la circolazione extracorporea, compresa l’ECMO (Extra-Corporeal Membrane Oxigenation) e di sanitari specializzati nel loro utilizzo. Queste apparecchiature sono fondamentali per la riperfusione degli organi e, in questo caso, per il riavvio del cuore prelevato insieme al fegato e ai reni.

Questo ha permesso che il cuore venisse trapiantato al San Matteo di Pavia, il fegato al Policlinico di Milano, e i reni al Niguarda e all’ospedale di Bergamo.

Un grazie a tutti i sanitari coinvolti è arrivato da Davide Chiumello, direttore Dipartimento Emergenza Urgenza dell’ASST Santi Paolo e Carlo. “La loro professionalità e dedizione – ha sottolineato – hanno reso possibile questo atto di generosità che ha dato una nuova vita a chi era in attesa di un trapianto”.

“Questo evento straordinario, frutto della collaborazione tra Ospedali pubblici – ha aggiunto Andrea Bottazzi, Responsabile del Coordinamento Ospedaliero al Procurement del San Matteo di Pavia -, ripaga i sacrifici di tutti gli operatori della rete trapiantologica e delle loro famiglie, dona speranza nuova a chi attende un trapianto d’organo, e rende omaggio imperituro a chi ha desiderato che la propria volontà di bene andasse addirittura oltre la morte” .

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