Sono 23 le materie suddivise in 6 aree su cui ora inizierà la trattativa con il Governo nazionale
Presidente Cattaneo ha convocato lunedì 13 riunione con Capigruppo e Presidente Maroni per definire composizione della delegazione
MILANO –
Via libera a larga maggioranza in Consiglio regionale con voti 67 voti a favore, 1 astenuto e 4 contrari alla Risoluzione sull’autonomia che da giovedì 9 consentirà a Regione Lombardia di aprire formalmente il negoziato con il Governo sulle competenze, ai sensi del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione.
Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza Lega Nord, Forza Italia, Maroni Presidente, Lombardia Popolare, Fratelli d’Italia e Pensionati, a cui si aggiunti i gruppi di minoranza Partito Democratico (con la sola eccezione di Corrado Tomasi), Patto Civico e M5Stelle: astenuta Chiara Cremonesi (Insieme per la Lombardia), contrari i soli rappresentati del Gruppo Misto.
“Sono molte le materie che a livello regionale possono essere gestite meglio che a livello statale –ha evidenziato il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo- e tra queste voglio ricordare innanzitutto la scuola, l’ambiente, i beni culturali, il territorio e le grandi opere infrastrutturali che insieme al coordinamento della finanza pubblica abbiamo messo in cima alle nostre priorità. Oggi giunge un messaggio di grande serietà da parte del Consiglio regionale della Lombardia, che ha scelto la strada della responsabilità decidendo di procedere tutti insieme rinunciando a strumentalizzazioni ideologiche e a posizioni di mera convenienza politica nell’interesse dei cittadini. In questi giorni abbiamo fatto un lavoro serio e intenso, consapevoli che più autonomia significa servizi migliori per la gente. Come prevede la Risoluzione –ha concluso Cattaneo – ora il Consiglio parteciperà alla delegazione, la cui composizione verrà definita in una apposita riunione dei capigruppo insieme al Presidente Maroni, che convocherò per lunedì prossimo. L’obiettivo è quello di continuare col metodo fin qui adottato per poter arrivare entro i prossimi cento giorni all’accordo col Governo”.
La Risoluzione impegna il Presidente della Regione e la delegazione chiamata ad affiancarlo nella negoziazione col Governo ad attenersi agli indirizzi concordati. In particolare si fa riferimento alle 23 competenze specificate nell’articolo 117 della Costituzione, accorpate in 6 aree tematiche: AREA ISTITUZIONALE: Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; Ordinamento della comunicazione;Organizzazione della giustizia di pace (lett. I) – AREA FINANZIARIA: Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;Previdenza complementare ed integrativa; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale – AREA AMBIENTE, TERRITORIO ED INFRASTRUTTURE: Ambiente ed ecosistema: tutela e valorizzazione; Protezione civile; Governo del territorio; Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; Grandi reti di trasporto e di navigazione; Porti e aeroporti civili – AREA ECONOMICA E DEL LAVORO: Tutela e sicurezza del lavoro; Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; Commercio con l’estero; Professioni – AREA CULTURA, ISTRUZIONE E RICERCA SCIENTIFICA: Norme generali sull’istruzione (117, secondo comma lett. n) e istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale (117, terzo comma); Beni culturali: tutela e valorizzazione;Ordinamento sportivo – AREA SOCIALE E SANITARIA (WELFARE): Tutela della salute; Alimentazione.
La Risoluzione approvata recepisce molti dei contributi e delle indicazioni pervenute dalle Commissioni consiliari, dagli enti istituzionali e dalle parti sociali tra cui ANCI Lombardia, Unione delle Province Lombarde (UPL), Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura, Confcommercio, Confindustria, Unioncamere e Conord.
Nel corso dei lavori, al termine del dibattito generale, si è tenuta la riunione conclusiva del gruppo di lavoro con i Capigruppo consiliari presieduto dal Presidente Raffaele Cattaneo, che ha permesso di condividere le ultime integrazioni e “limature” sui 69 emendamentiinizialmente presentati: ne sono stati così ritirati una trentina con l’aggiunta di 32 nuovi emendamenti e di 1 subemendamento a firma del relatore e della Giunta regionale che hanno recepito e integrato il testo della Risoluzione, raccogliendo le ultime indicazioni pervenute dai Gruppi consiliari. L’ultimo emendamento concordato, il n°101, prevede che Regione Lombardia possa chiedere competenza e autonomia “sulla disciplina attuativa delle norme in materia di scolastica, nel rispetto dei principi di libertà e di servizio pubblico stabiliti dalla Costituzione e validi per tutte le istituzioni scolastiche”.
Nell’illustrare il documento, il relatore e Presidente della Commissione Affari istituzionali Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha evidenziato come“il principio del regionalismo differenziato rappresenta nella sua concreta realizzazione l’attuazione diretta dei principi del riconoscimento e della promozione delle autonomie: solo la piena applicazione di questo principio può valorizzare l’azione sinergica di Comuni, Province, Città metropolitana e Regione, potenziando la capacità finanziaria in particolare di Comuni e Province nella gestione delle rispettive funzioni amministrative e alimentando un “federalismo dell’efficienza” in grado di aumentare la capacità pubblica di rispondere adeguatamente alle esigenze di cittadini, imprese e realtà sociali. La forma più autentica di autonomia –ha aggiunto Malvezzi- potrà essere raggiunta solo se saremo capaci di garantire maggiore libertà alle persone, alle famiglie e alle imprese, che lo Stato e le istituzioni hanno il compito di valorizzare e servire”.
Il Presidente della Giunta Roberto Maroni, intervenendo in Aula, ha ribadito che punta a chiudere la trattativa sull’autonomia col governo “entro fine gennaio” ma che molto probabilmente sarà il “prossimo Parlamento a discutere la legge che attuerà l’accordo. Ho sentito il sottosegretario Bressa: proporremo sei macroaree tra cui infrastrutture, finanza locale, welfare, istruzione e cultura e quindi sei tavoli, uno dei quali vorrei che fosse a Milano”, ha spiegato Maroni, che ha sottolineato come “la squadra che mi accompagnerà nella trattativa è ancora da costruire, ma ne faranno sicuramente parte esponenti significativi degli enti locali, delle associazioni, delle realtà imprenditoriali e delle parti sociali. Giovedì vado a Roma per insediare il tavolo –ha concluso il Presidente della Giunta regionale- e discuterò con Bonaccini e Bressa se si possono fare i sei tavoli: a quel punto si potranno selezionare i componenti della squadra in base alle competenze, con il coinvolgimento del Consiglio regionale anche tramite una diretta partecipazione dei suoi rappresentanti all’interno della delegazione stessa”.
“L’autonomia produce livelli di maggiore efficienza dei servizi e contenimento dei costi -ha evidenziato Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente)- e ciò è nell’interesse sia della Lombardia che dell’intero Paese. Noi, con questa Risoluzione, dimostreremo adesso che il regionalismo differenziato produrrà questi risultati”.
Il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo ha evidenziato i punti più qualificanti e autonomisti della Risoluzione tra cui“l’autosufficienza nel campo ambientale e dei rifiuti e la gestione del corpo dei Vigili del Fuoco, la possibilità di ottenere maggiore gettito sull’IVA evasa, la compartecipazione all’IRES e l’istituzione di zone economiche speciali.
“Finalmente potremo concretizzare la “specialità” della nostra regione – ha rimarcato Vittorio Pesato (Forza Italia)- e la trattativa che vedrà il coinvolgimento di altre regioni può essere spunto per la realizzazione del sogno di una grande macroregione del Nord”.
“Questo documento non ha colore politico –ha sottolineato Angelo Capelli (Lombardia Popolare)- ma ha a cuore solo i destini e gli interessi dei cittadini lombardi indipendentemente da chi nei prossimi anni governerà la Regione. Introduciamo un principio riformatore nell’ambito del regionalismo: nella differenza si resta uniti e si dà più forza al Paese”.
“Comincia oggi un percorso che dovrà rispondere ai lombardi che si sono recati alle urne per il referendum –ha detto Riccardo De Corato(FdI)-. Condivisione piena sui contenuti e gli obiettivi della Risoluzione: mi auguro che ora anche altre regioni possano seguire la nostra strada”.
Il voto di oggi è stato definito da Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) “un passo storico per la Lombardia, che ci consente di iniziare a realizzare in concreto il regionalismo differenziato previsto dalla Costituzione e che in nessuna altra Regione italiana è stato finora avviato”.
Per Enrico Brambilla (PD) il testo finale della Risoluzione “in buona parte risponde ai requisiti necessari, nonostante la ristrettezza dei tempi in cui è stato formulato. Il presupposto vero di questa operazione resta comunque la necessità di riformare completamente la spesa pubblica e far ripartire dal basso il percorso di riforma delle istituzioni. Sarà un percorso lungo e articolato, che purtroppo parte solo ora, a legislatura regionale e nazionale agli sgoccioli”.
“Certo non mancano le perplessità –ha detto Michele Busi (Patto Civico)- e le abbiamo evidenziato con alcuni emendamenti, a partire dal tema infrastrutturale rispetto al quale riteniamo che sulle grandi reti occorra mantenere una competenza statale. Ma non sono tali da impedirci di esprimere un voto favorevole perché il punto è tutto politico: il regionalismo differenziato va attuato, oggi si definisce una strada valida che va percorsa”.
Secondo Dario Violi (M5Stelle) “il voto di oggi segna un cambio di rotta importante rispetto alle politiche neocentraliste nazionali di questi ultimi anni che hanno cercato di svuotare di competenze le Regioni. Si apre pertanto un nuovo capitolo nel quale il regionalismo differenziato è il nuovo paradigma”.
Chiara Cremonesi (Insieme per la Lombardia) ha motivato così il suo voto di astensione: “Siamo a favore del regionalismo differenziato, ma il giudizio resta sospeso, poiché siamo all’inizio di un percorso che non sappiamo ancora come si svilupperà e in cui rimangono diverse criticità, per esempio sul tema delle grandi reti dei trasporti e delle infrastrutture”.
Hanno espresso voto contrario Corrado Tomasi (PD) e Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto Fuxia People) perché “il percorso scelto attraverso questa proposta di Risoluzione tradisce il risultato e lo spirito autonomista del referendum”, e i Consiglieri del Gruppo Misto MDP Onorio Rosati e Massimo D’Avolio perché, come avevano già spiegato in Commissione “questa risoluzione esplicita un modello neo centralista a livello regionale: da un lato chiede di acquisire competenze statali e dall’altro sottrae competenze di autonomia proprie degli enti locali”.