Addio al Professor Angelo Mattioni, da lui abbiamo imparato l’importanza dell’autonomia dei popoli

Già Professore Emerito presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, si è spento ieri sera. Alla sua famiglia, in particolare ai nostri colleghi, Attilio ed Ersilio, le condoglianze e la vicinanza della redazione di Ticino Notizie

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Abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare il Professor Angelo Mattioni all’epoca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Da studente di Giurisprudenza, oltre alle materie del mio indirizzo Internazionale (un nome… un destino…), ero molto appassionato del funzionamento dello Stato, nonché, della conoscenza della nostra Carta Costituzionale così come quelle degli altri Paesi. Mentre trovavo di una noia mortale tutto quanto riguardava il diritto privato e civile, le consideravo beghe da ladri di polli…. e da lì (visto che per difendere i criminali ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco …e la poesia dell’innocente condannato per sbaglio era già andata a farsi benedire…) si capiva che difficilmente avrei intrapreso la carriera forense…o comunque difficilmente sarei stato un buon avvocato…

Avevo scelto espressamente di poter frequentare la sua materia Diritto Regionale. Erano i cosiddetti ‘esami complementari’ che solo sulla carta erano meno ‘importanti’ degli altri, in quanto, visto che te li sceglievi e te li mettevi tu nel piano di studi, li seguivi con molta passione ed attenzione.

Fu così che conobbi il professor Mattioni. All’epoca non sapevo che i figli Attilio ed Ersilio sarebbero poi diventati miei colleghi giornalisti.

Per me lui era solo il Prof. di Diritto Regionale (insegnava anche Diritto Costituzionale ndr), che con grande chiarezza e con la possibilità di usare solo gli appunti (ovviamente completi e infatti non persi una sua lezione) per affrontare l’esame (e superarlo con successo).

Molta chiarezza espositiva ma anche concretezza diversamente da altri ‘Soloni’ le cui lezioni (non si sa bene il perché…) non c’azzeccavano praticamente nulla con il programma della materia. Tant’è che l’aula – un po’ come quando la tua squadra alla fine del primo tempo perde già 5 a 0 … – con il passare delle settimane si svuotava in modo esponenziale.

Con il Prof. Mattioni era diverso, chi c’era ci rimase in classe fino alla fine. Anche perché essendo il suo un insegnamento a scavalco tra la Facoltà di Giurisprudenza e quella di Scienze Politiche, soprattutto per noi, abituati a lezioni in stanzoni con tanto di piccionaia stile terzo anello di San Siro, c’era l’enorme valore aggiunto del contatto diretto con il Prof.

Cosa che non a caso – salve rarissime eccezioni – si poteva apprezzare solo, appunto, nei cosiddetti ‘complementari’.

Dicevamo della sua pragmaticità che affiancava alla conoscenza profonda del Diritto Pubblico, e di risulta del Diritto Regionale.

I rimandi pratici erano continui. Era l’epoca delle Leggi Bassanini e dei primi tentativi dello Stato Leviatano centralista – tanto detestato dalla Lega di Bossi ai tempi sulla cresta dell’onda – di iniziare a decentrare i suoi poteri dando così applicazione in primis alla seconda parte dell’articolo 5 della Costituzione “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” cosa fino a quel momento totalmente disattesa.

Con il Prof. poi gli articoli dedicati al regionalismo e al decentramento inseriti nel Titolo V della Costituzionale erano materia di discussione quotidiana.

Il tema d’altronde era di straordinaria attualità e pur trovandoci ancora negli anni Novanta, nessuno avrebbe mai pensato (allora) che oggi anno 2024 del Signore siamo ancora qui con un referendum votato ormai un lustro fa e sponsorizzato dalla Lega (ma non solo) del tutto lasciato sulla carta….
Ma questa è un’altra storia.

Indubbiamente da un docente del genere, oltre al rigore scientifico con cui si approcciava alla dottrina, ti restava addosso l’importanza di quell’autonomia regionale. Che poi uno la declinasse fino alle estreme conseguenze (Secessione chiedeva Bossi con l’ampolla del Dio Po in mano sic!) oppure restasse nel dettato costituzionale, poco importava.

Ciò che contava era l’aver compreso che il nostro Paese era costituito in primis dagli Enti Locali e non viceversa, come la vulgata boiarda romanocentrica per troppo tempo aveva portato avanti ..

Un insegnamento profondo che ci portiamo dietro a distanza di tanti anni, al pari di quella Libertà dei Popoli in cui abbiamo sempre creduto.

Accanto a tutto questo quello sguardo mite, quel rotacismo appena accennato nel suo eloquio ben cadenzato, che poi (combinazioni della vita) avremmo ritrovato nei figli Attilio ed Ersilio…

A loro in primis e a tutta la famiglia Mattioni, vanno le condoglianze e la vicinanza sincera da parte di tutta la redazione di Ticino Notizie.

Buon viaggio Prof.

F.V.

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