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Dall'archivio:

Magenta, addio a Emilio Bolciaghi, per tutti ‘Il Salame del Nonno’

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

A 85 anni se ne va un pezzo di storia del commercio della vecchia Magenta. Martedì presso il cimitero di Buscate verrà recitato un momento di preghiera

MAGENTA – “E’ morto l’Emilio”. Questa mattina passando in bicicletta da Pontevecchio mi è parso di intravedere quella carta mortuaria. Purtroppo non mi sbagliavo, Emilio Bolciaghi, per tutti ‘il Salame del Nonno’ non c’è più. Aveva 85 anni, abitava a Buscate, dove si celebrerà un momento di preghiera, presso il cimitero cittadino, martedì mattina, è stato un’immagine simbolo del commercio locale.
In particolare del Quartiere Nord, o meglio per noi autoctoni Magentini, “Giò bas da la stasion”. Già perché chi ha avuto la fortuna di nascere negli anni ’70 ha avuto ancora modo di vedere e capire che cosa fosse anche nei successivi ’80 (fino alla metà dei Novanta diciamo) la zona Nord della città.
Un’entità ancora a sè, non solo geograficamente parlando, perché tagliata in due longitudinalmente rispetto al resto di Magenta, causa il passaggio della Ferrovia con relativi sottopassi (il secondo era ancora da venire) e passaggi a livello (che all’epoca esistevano ancora).

Una piccola comunità che commercialmente parlando insisteva lungo la Via Espinasse che era la porta di accesso a Magenta per chi arrivava da Marcallo con Casone e dintorni.
Lungo quell’asse non c’era solo ‘lo Stoppa’, ovvero, quello che è l’attuale Centro Moda in formato già centro commerciale – che arriverà in seguito come preludio ma in forma ancora assai ristretta, ai cosiddetti ‘Non Luoghi’ di Marc Augè, leggasi i super centri commerciali dove oggi la gente ci va d’estate più perché c’è l’aria condizionata e d’inverno perché non fa freddo a fare quattro passi … – ma una sequela di negozi e botteghe. Dove ci si chiamava tutti per nome e, soprattutto, ci si conosceva quasi tutti.

Tra di loro, c’era anche l’Emilio con la sua insegna ‘Alimentari’. In realtà da sempre Emilio Bolciaghi aveva una netta predilezione per gli insaccati. Li trattava, e poi li esponeva quasi fossero dei suoi figli. Non a caso, veniva anche chiamato ‘Al Masadur’. Un’antica professione e se vogliamo, anche un’arte, di cui andava orgoglioso. Numerosi i premi vinti, innumerevoli le gare a cui aveva preso parte, fiere comprese, così come le foto con le celebrità anni 80 (ma anche più di recente vedi foto sotto con Matteo Salvini) ma non solo a cui aveva regalato uno dei pezzi più pregiati.
Da lui ovviamente non andavi solo per prendere il salame. Nella Magenta di quegli anni, appunto, era un alimentari a tutti gli effetti. Immancabile con il suo ‘camice bianco’ che avrebbe indossato anche nella sua ‘seconda vita’ quando fino agli anni del Covid, accanto al figlio Carlo, ha dato vita ad una “Ristobottega &Prosciutteria”.
Un progetto ambizioso, forse troppo, per il tessuto commerciale Magentino, tanto più in un periodo compreso tra la crisi del 2009 e il periodo della Pandemia che ha tagliato le gambe a tante attività. Ma anche in quell’ultima esperienza era lui, sul timone di comando. Mi ricordo che quando mi recai da lui per fargli i complimenti per la nuova attività mi disse: “Qui è tutto mio, questa è la mia bottega. E’ un peccato lasciarla chiusa”
Aveva investito e non poco in quella che era la sua ‘creatura’. Ma come dicevamo sopra non erano più gli anni ’80. Quando “Giò bas da la stasion” era qualcosa di più di un quartiere.
Oggi i cosiddetti “Millenials” non possono capire come cantava qualche estate fa Gabry Ponte cosa fosse la Via Espinasse.
Già ‘Che ne sanno i 2000’ dell’Emilio Bolciaghi e della sua bottega?

Noi, quel pezzo di Magenta con l’Emilio sulla porta della sua bottega in ‘scusà’, magari con tanto di ‘cadrega’, per scambiar quattro chiacchiere con quelli che prima erano amici e poi clienti, ce lo teniamo stretto come un ricordo geloso della nostra infanzia.

Ciao Emilio, fai buon viaggio. Di sicuro anche lassù il tuo Salame del Nonno sarà apprezzato.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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