Il termine di consegna del progetto definitivo del nuovo polo scolastico a Boffalora sopra Ticino è imminente. Scadrà il prossimo 22 novembre, dopo la proroga concessa. Ma sul nuovo polo scolastico si infiamma la discussione politica.
Se il Sindaco Sabina Doniselli lo vede come un grande conquista per il paese, dall’altra il gruppo Insieme sostiene la tesi dello spreco.
In tutto questo si inserisce anche il terzo candidato alle amministrative del prossimo anno, Andrea Ranzini, che commenta: “Il nuovo plesso? Se proprio si doveva farlo andava fatto vicino al Naviglio Grande. Basta guardare la storia di Boffalora per capirlo”.
Ranzini ripercorre gli eventi che hanno portato alla realizzazione delle scuole di Boffalora sopra Ticino. Le scuole elementari sono sorte a lato del palazzo comunale, vicino al Naviglio. Alla metà degli anni ‘70 vennero ampliate. “Un ampliamento doveroso – ricorda Ranzini – dettato dal fatto che a Boffalora c’erano tantissimi bambini”. Nella parte alta del paese vennero realizzate, in via Roma, le scuole medie.
“All’epoca – aggiunge Ranzini – il vecchio campo da calcio che si trovava in via Roma era l’unico terreno di proprietà comunale e si decise di adibirlo a scuola media con inaugurazione fatta nella metà degli anni ‘60. Una scuola che è stata incrementata con tre classi e tre laboratori nei primi anni ‘80 in conseguenza della forte natalità”.
Secondo Ranzini la decisione di realizzare il nuovo polo scolastico sul terreno delle attuali scuole medie non è la più felice: “Vennero realizzate in quel punto perché fu una scelta di ripiego. L’amministrazione, optando per questa scelta, non ha considerato un fatto importante. Ovvero il drastico calo delle nascite. Serve veramente a Boffalora un nuovo polo scolastico?”.
Una domanda alla quale Ranzini risponde in questo modo: “A Boffalora servono case e famiglie. Altrimenti i bambini saranno sempre di meno. Potrebbe andare bene un nuovo plesso, ma non in quel punto. Piuttosto lo avrei fatto nella parte bassa dove ci sono i parcheggi.
La Sindaca potrà dire che un nuovo plesso attirerà bambini da fuori paese. Ma non sarà cosi. Lo sappiamo benissimo che i bambini non si spostano dal loro comune. Un tempo era diverso, avevamo il boom delle nascite. Oggi viviamo in una realtà completamente diversa”.