Nel 50° anniversario dell’assassinio del Che in Bolivia, l’iniziativa del Circolo ‘Camilo Cienfuegos’ dell’Abbiatense Magentino
Il 9 ottobre del 1967 in Bolivia, dopo essere stato ferito in un combattimento con le forze armate boliviane, il Che veniva fatto prigioniero, trasferito e imprigionato.
E in quel giorno, 9 ottobre 1967, pur essendo ferito e senza avere subito alcun processo, veniva assassinato da un militare dell’esercito Boliviano. Che tra gli istruttori dell’esercito boliviano ci fosse la mano della CIA è un dato scontato perché era un periodo in cui anziché “golpe istituzionali” come sta succedendo oggi in diverse Stati progressisti dell’America latina, gli Usa preferivano colpi di stato delle forze armate. Lo dimostrano i tanti interventi avviati e sostenuti dagli Usa per evitare che quello considerato il “cancro del Comunismo” vincitore a Cuba infettasse il “giardino di casa” cioè i paesi del Centro e Sud America.
Le popolazioni di Brasile, Argentina, Bolivia, Cile, Uruguay, come ampiamente dimostrato dai documenti “desecretati” hanno subito con diverse migliaia di “desaparecidos” di oppositori fatti direttamente dai singoli governi golpisti o tramite il famigerato “plan Condor” che includeva tutti i paesi governati dai golpisti.
Crediamo obbligatorio, parlando dell’assassinio del Comandante “Che” Guevara in Bolivia, aver fatto un breve e sintetico quadro della situazione che si era determinata dopo la vittoriosa guerra rivoluzionaria che il 1° gennaio 1959 aveva scacciato il dittatore cubano Fulgencio Batista.
Per alcuni anni si voleva, e si vuole tutt’ora, cercare di dimostrare che con Cuba e Fidel Castro, il “Che” e la sua pattuglia di cubani, ci fossero state rotture. Per questo, nel 50° anniversario, riteniamo importante ricordare che dopo la “trasformazione fisica” del “Che” per non essere riconosciuto e poter entrare in Bolivia, prima di partire nel novembre 1966, scrisse una lettera al Comandante Fidel Castro, che venne resa pubblica solo dopo che si ebbe la certezza del suo assassinio.
La lettera non reca il giorno, ma l’“Anno dell’agricoltura”, il 1966.
Per questo come Associazione crediamo importante ricordarlo e fare in modo che si ricordi; per questo saremmo grati se gli organi di informazione volessero gentilmente dare spazio a questa nostra comunicazione. Se lo spazio lo consentisse, di pubblicare anche la ”ultima lettera del Che a Fidel” tradotta in italiano.
clicca qui sotto per leggere l’ultima lettera:
Ringraziando anticipatamente, cordialmente salutiamo.
Abbiategrasso, 02/10/2017 Il Direttivo del Circolo