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Dall'archivio:

Mister Cucco a Rimini con il secondo di Simone Inzaghi e l’imbarazzo di Dionisi del Sassuolo

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MAGENTA –  Il buon Luciano Cucco la passione per il calcio ce l’ha nel sangue. Non solo a livello sportivo, come tifoso incallito e presidente dell’Inter club Magenta. Ma anche e soprattutto come appassionato di tattica e tecnica pallonara. Non a caso ha in tasca un patentino di mister e vanta una certa esperienza soprattutto nelle giovanili.
L’altra settimana assieme ad altri colleghi ha partecipato al corso di aggiornamento per allenatori UEFA FIGC  a Rimini assieme a diversi altri colleghi. Quattro giorni intensi, certamente utili per chi si vuol tenere sempre informato e, appunto, aggiornato. Ma giorni che sono arrivati proprio a ridosso dal fischio finale del campionato di Serie A.

 

Le scorie di una stagione certamente intensa per il popolo interista ma che si è conclusa con il retrogusto amaro dello scudetto perso sul filo di lana coi cugini dell’altra sponda milanese, erano ancora più che mai vive in Cucco. Che però si è potuto consolare, scambiando più di una battuta con Mister Massimiliano Farris, il secondo di Simone Inzaghi e suo fedelissimo dai tempi della Lazio.

E’ stata l’occasione per farsi svelare anche qualche retroscena – che ovviamente non siamo qui a divulgare – su alcune partite chiave della stagione ormai in archivio.

Per la verità tra i relatori della quattro giorni c’era anche Mister Alessio Dionisi del Sassuolo, squadra letteralmente asfaltata e che ha recitato alla perfezione il ruolo di vittima sacrificale con il Milan all’ultima di campionato. Ovviamente, qualche collega di Cucco si è ‘permesso’ di porre qualche domanda al collega della massima serie rispetto al che cosa era funzionato nella preparazione di quest’ultima partita di campionato decisiva per le sorti dello scudetto.

 

Dionisi con un po’ di spocchia – abbiamo il filmato originale ma non ve lo mostriamo perché forse è meglio così… – e ironia ha archiviato la questione con una battuta “ma che sei interista?”.

Purtroppo, è la tipica mentalità provinciale pallonara italiana. Dove tutto finisce a tarallucci e vino e pazienza se in altri campionati le squadre pur senza obiettivi onorano la maglia fino all’ultima goccia di sudore e all’ultimo secondo di gara. In Italia va così da sempre. Beninteso, non siamo certo qui a parlare di partite arrangiate. Tutt’altro. Semplicemente di una cultura calcistica che da questo punto di vista deve crescere ancora tanto….e chissà se mai sarà così. Basta guardare come interpretano le partite in Inghilterra, tanto per non fare nomi e cognomi.

Poi ovviamente non lamentiamoci se il nostro calcio viene umiliato dalla Macedonia e rimedia figure barbine come quella di ieri sera contro l’Argentina. Per due volte di fila non qualificati ai mondiali con in mezzo l’Europeo conquistato col cuore e con un po’ di fortuna. Ma come si dice, una rondine non fa primavera. Anzi.

F.V.

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