Magenta, lunedì 18 Novembre, ore 14 o giù di lì. Attraverso velocemente il Parco di Villa Naj Oleari perché ho appuntamento con mia figlia che sta rientrando a piedi dal Liceo Quasimodo. Ci siamo dati appuntamento lungo il percorso dentro all’Ossario che frequento quasi ogni giorno col mio cane, un bulldog inglese di taglia media nato stanco come tutti i bulldog…
La giornata è fredda e nebbiosa. Lo spettacolo con la villa chiusa e con il grande polmone verde pressoché deserto, è piuttosto inquietante.
Ma c’è una cosa che cattura la mia attenzione mentre il mio bulldog, al solito, tira come un ossesso (deve essere il contrappasso per esser riuscito a schiodarlo dal divano).
C’è un povero disperato completamente sdraiato nell’androne di ingresso della villa. E’ una faccia nota. Uno dei tanti (tutti ben indentificati ed inquadrati dalle Forze dell’Ordine che sono di fatto impotenti e li avranno fermati chissà quante volte…) ‘desperados’ perdigiorno che vagano nel quadrante, che va da piazza Kennedy su fino all’Iper e ritorno.
La Villa dopo che anche Totem ha sbaraccato ed è diventata di fatto ancor meno ‘presidiata’ e fruita – deve aver pensato il Nostro – è il posto ideale per farsi un canna o scaldarsi con qualcosa d’altro. Sia ben chiaro non ce l’abbiamo con lui. E’ un disperato non sappiamo bene di cosa viva, ma è l’immagine di cosa puoi trovare lì dentro ormai a qualsiasi ora della giornata.
L’istantanea della disperazione e del degrado la troviamo poco più avanti. Proseguiamo nel nostro tragitto e il retro della Villa è occupato da un altro sciagurato questa volta accompagnato dal suo cane. Il quadrupede è piuttosto incazzoso. Magari è perchè lo hanno lasciato digiuno da un po’. Abbaia nei confronti del mio, ma i bulldog sono per natura (vedi sopra) troppo pigri per rispondere … mi giro io comprendo che anche quella povera anima è lì senza una meta e sta usando quella che fu ‘La Casa della Musica’ come una specie di area di sosta.
Arriva anche il disperato che stava sul davanti della Villa. Chiede altra roba da fumare…. In questo c’è solidarietà nel chi vive alla giornata dovendo traguardare la sera ogni giorno.
Così quell’altro gli passa una sigaretta o non so bene cos’altro. E’ l’immagine della Villa totalmente in mano agli sbandati.
Villa Naj Oleari e il suo Parco compreso l’Ossario sono ormai terra di nessuno. Ufficiale.
La cosa mi provoca una certa incazzatura ma anche un senso di impotenza. E la sicurezza? E il degrado??? A me non fa né caldo, né freddo perché sono anche ‘scortato’ dal mio pigro amico a quattro zampe (che però incute un certo timore solo a vederlo…) anche perché non penso proprio che queste persone mi vengano a disturbare. Sono troppo impegnate nel bivaccare e nel loro dramma quotidiano.
D’altra parte, mi chiedo come questo giardino stupendo possa essere lasciato così alla mercè e, soprattutto, come potrà un giorno essere quel luogo come speriamo tutti, essere frequentato e vissuto….
Ma andiamo avanti nel nostro breve tragitto. Ecco l’Ossario di Magenta. Il Monumento ai Caduti del 1859. C’è sporcizia ovunque. Un degrado totale, più in là tra i cespugli semi nascoste ci sono anche delle coperte, che serviranno a qualcuno per la notte…
Purtroppo, non è la prima volta che dobbiamo scrivere di questo. La maleducazione regna sovrana e diventa ancora più ‘normalità’ in luogo non vissuto.
Vado incontro a mia figlia. Rifacciamo la strada alla rovescia. Mi soffermo ancora un attimo con lo sguardo sulla Villa, il cui portoncino d’ingresso è completamente imbrattato di scritte. Provo sconforto. E’ l’immagine della resa di una comunità che ha abdicato ai suoi spazi di vita comune. Quella della Villa si badi è solo un esempio perché ce l’ho sotto casa. Certo, è evidente perché sta in mezzo alla città e con un significato tutto suo con i suoi monumenti e simboli di una città
Ma ce ne sono altri. Molti altri.
Fotografo tutto…. arrivato a casa prendo il telefono e chiamo un vecchio amico da anni impegnato per il bene comune della nostra Città. Andiamo avanti a discutere per quasi un’ora. Anche dall’altra parte della cornetta c’è sconforto mista a rabbia… Chi ha la soluzione si faccia avanti. Non è semplice. Affatto.
Di sicuro, girarsi dall’altra parte o dire che tutto il mondo è paese non risolve le cose. Qualcosa però va fatto.
Diversamente si diventa complici di uno sprofondo dove ci siamo dentro tutti. Chi più e chi meno.
F.V.