Magenta, Stati Generali. Buona la prima ma adesso serve maggiore slancio e dinamismo

Il format blindato degli Stati Generali è stato ripetuto perché Luca Del Gobbo da buon conservatore ha applicato la logica calcistica: 'Squadra che vince non si cambia...". Ma adesso serve anche altro. Vi spieghiamo perché la palla deve passare ai giovani

Magenta, i rom di via Del Carso e il mondo che va all’incontrario (senza Vannacci..)

"Il mondo all'incontrario" è il titolo ormai famoso del libro scritto dal Generale Roberto Vannacci e che tanto scandalo ha provocato nei mesi scorsi....

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Abbiamo letto con attenzione la nota stampa del PD a riguardo degli Stati Generali che ricalca di fatto il post pubblicato qualche ora dopo l’importante iniziativa, lanciata dalla Giunta Del Gobbo, da parte di Giuliana Labria, ormai più che mai vera leader dei ‘dem’ magentini, sempre più svuotati della loro parte più cattolico democratica e fortemente collocati a sinistra, seguendo il cliché radical chic della loro leader nazionale Elly Schlein, politica italiana con cittadinanza statunitense naturalizzata svizzera….
Il che già di per sé farebbe abbastanza sorridere, rispetto ad un politico serio, preparato e soprattutto vero amministratore di lungo corso, qual è Stefano Bonaccini Governatore della Regione Emilia Romagna. Ma questa è un’altra storia, o almeno ci serve per dare la cifra a cosa sia il PD oggi a tutti i livelli…coi suoi problemi.

Tornando agli Stati Generali magentini, l’accusa rivolta dai ‘Dem’ è quella di un Del Gobbo che ha trasformato gli Stati Generali in una passerella …. in un evento di marketing territoriale barra elettorale.

Obiettivamente, a nostro avviso, la verità sta nel mezzo. Sicuramente il modello blindato scelto da Del Gobbo e con interventi che, fatto salvo, quello di Francesco Cozzi, brillante imprenditore magentino, intervenuto per conto di Assolombarda territoriale, non ha visto (naturalmente non abbiamo chiesto la carta d’identità a chi ha parlato ma non pensiamo di esserci sbagliati…) la voce del mondo giovane del territorio.

Francesco è un classe ’74 come chi scrive, oggi diremmo ancora un “ragazzotto” alla luce di quella che è l’età media di chi occupa poltrone importanti nel nostro Paese. L’unico under 50 che ha preso la parola durante il dibattito di sabato mattina.

Su questo senz’altro dovrà essere fatta una riflessione. Perché in aula abbiamo visto giovani brillanti, carichi di dinamismo ed idee. Validi professionisti come Lory Garagiola commercialista magentino ed esponente di Fratelli d’Italia, piuttosto che Andrea Cairati altro giovane di valore.
Per non parlare di Marco Rocchitelli per anni nel board della Confcommercio magentina. Abbiamo voluto portare solo alcuni esempi di profili che potrebbero apportare un contributo prezioso nella costruzione della Magenta del 2030.

Ovviamente, queste persone debbono farsi avanti, così come devono farsi avanti i trentenni perché anche noi, ormai alla soglia del mezzo secolo di vita, siamo obiettivamente dei ‘diversamente giovani’.

Il gap culturale, l’apertura mentale, l’approccio differente alle cose, così come la capacità di problem solving è drasticamente diversa e ce ne accorgiamo ogni giorno anche nel nostro lavoro quando ci confrontiamo con chi ha qualche primavera in meno di noi…

E’ una considerazione forse banale, ma crediamo fondamentale nel percorso di avanzamento degli Stati Generali e nella redazione del nuovo PGT.

Conoscendo Luca Del Gobbo da anni e sapendo che stupido certo non è, non avrà potuto fare anche lui la medesima considerazione.

Perché va benissimo il patrimonio d’esperienza, la passione che può portare un ‘reduce’ del 2003 come il nostro amico Pietro Pierrettori, che ad avviso di chi scrive, andrebbe ibernato e clonato per quanto fatto in questi anni nel mondo associativo con la Pro Loco, ma è altrettanto evidente che né il buon Pietro, né chi scrive sarà il protagonista attivo della Magenta dei prossimi 20 o 30 anni.

Serve dunque lo step due. Ricalibrare gli Stati Generali verso un loro “upgrade” usando un termine oggi molto in voga. Vale a dire gli ‘Stati Generali’ 3.0.

Del Gobbo, come una allenatore di calcio che torna sulla panchina di una squadra dove ha già allenato, ha fatto benissimo a partire dalle certezze. E’ una metafora che il nostro Sindaco, appassionato anche lui di pallone, avrà compreso benissimo.

Giusto partire dai ‘Pretoriani del mister’. Ma poi bisogna osare, occorre mandare in campo, chi ha gli “occhi della tigre”, chi è in panchina e scalpita perché affamato di vittorie, perché ti può dare davvero la marcia in più.

Oggi Magenta deve osare, serve slancio in avanti. Ergo, l’auspicio è che questi primi Stati Generali siano prodromici ad una fase due in cui i protagonisti siano coloro i quali dovranno costituire o già rappresentano la classe dirigente del nostro territorio.

Capiamo che ci siano dei passaggi obbligati (vedi Sindacati, associazioni di categorie varie, ect.) ma Magenta ha bisogno di questo sano dinamismo per tornare a volare alto.

Ma queste considerazioni le può e le deve fare chi, comunque, ha aderito fin dall’inizio al percorso partecipativo dal basso lanciato dal Sindaco Del Gobbo.

Non certo chi si è già messo fuori squadra in partenza con la solita trita e ritrita politica dei no, del bastian contrario, del non va bene niente, dell’altro che Rinascimento Magentino….tutta roba buona per amene discussioni sui social…

Il PD a livello locale è in piena crisi d’identità e non potrebbe essere diversamente, vista la linea ondivaga della sua segretaria nazionale che deve guardarsi anche da Conte e dai grillini, ma anche l’Amministrazione Del Gobbo, ora ha bisogno di quella fetta di ‘forze vive’ della città, fondamentale per parlare davvero di una Magenta del futuro.

Alla Giunta il compito di coinvolgerli realmente a loro va da sé quello di dire la loro in modo efficace. Sennò il conservatorismo sarà sicuramente meglio del nulla cosmico dell’ultimo decennio, ma non basterà per portare Magenta al rango della città che merita di tornare ad essere.

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