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Magenta, la ciondolante camminata (e vita) del Bel- di Emanuele Torreggiani

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Breve la vita di Bel. Con quella sua camminata ciondolante da boxeur, il colletto della camicia a strozzo, la cravatta a cappio, calzoni ribelli alla piega, la giacca che il petto deformava e avambracci che parevano orci d’argilla traversava la città a piedi o in bicicletta.
Talvolta in Panda bianca con l’insegna Città di Magenta. Negli ultimi anni, questi, il gran cerimoniere presso l’ingresso contingentato del palazzo. Lo si vide destreggiarsi, con musurata educazione, anche e soprattutto con i più esagitati. Ti fanno fare il traghettatore Bel. Vegnarà il dì che dervi il libar… e ta ciami, incidendo l’impossibile futuro con l’indice puntato. E, sorridendo, noi s’è fumata una sigaretta. Proprio così dicendo dell’ipotetico futuro egli sigillava quello che era per davvero, un uomo buono e fragile e timido e debole che si era travolto in smargiassate di gioventù.
E mentre mi diceva gli tremava la voce nel cavo profondo delle sue preoccupazioni, che poi erano le sempiterne chiusure del mese, e l’amarezza di essere l’ultima ruota del carro. Sapete come funziona, le meschinerie addosso al capro espiatorio, va così da sempre, ma io i miei debiti li ho pagati tutti. Già, ed era il vero. Aveva scontato sino alla fine. Da giovane aveva recitato cadendo nel tranello di credere al personaggio. E si era fatto così la vita difficile dopo la defraudata sua infanzia, che non è una cosa da nulla. Per niente.
Ripartì da aiuto operaio ricostruendosi la vita, i suoi figli. Certo gli era rimasta l’aura da bullo, e lui ci giocava, soprattutto con chi lo trattava con sprezzo, e non furono pochi. Sono quei praticanti non credenti che somministrano giudizi all’incanto. Ma quando incontrò uomini si comportò, sempre, da uomo. Quando ebbe l’incarico della segnaletica stradale lavorò bene, e meglio quando solo. Ed ha lavorato in altri incarichi fino a ieri, con piena dignità, tenendosi dentro i suoi magoni ed i suoi rimproveri e le esigue lucciole di felicità che ciascuno di noi coglie nel giorno, un grazie, un sorriso, un caffè al banco del bar. Enrico Magna detto Bel è andato via presto. La morte, questo fatto così comune che però a ciascuno riesce nuovo, lo ha stretto nel suo più fragile. Il cuore. Che non è affatto un muscolo tra i tanti del corpo. Nostro Signore che conosce il cuore degli uomini, tanto gli basta, lo ha preso tra i suoi.
Emanuele Torreggiani

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