Lonate Pozzolo. Una mostra tra risaie e uccelli all’ex Dogana austriaca di Tornavento

“Terra e Acqua. Equilibrio uomo e natura” dal prossimo 18 febbraio gli scatti di Giovanni Battista Colli

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Domenica 18 febbraio 2024 alle ore 15.00 presso il centro Parco Ex Dogana di Lonate Pozzolo (VA) verrà inaugurata la mostra fotografica “Terra e Acqua, Equilibrio, Uomo e Natura” DI Giovanni Battista Colli.

Questa mostra ha lo scopo di raccontare il fortissimo legame tra gli uccelli e la coltivazione del riso con la tecnica tradizionale della “semina del riso in sommersione”. Stiamo parlando di quello che molti ricordano e conoscono come “il mare a quadretti”, descritto anche come “mosaico di specchi” da Sebastiano Vassalli scrittore vincitore del Premio Strega nel 1990.

Questo paesaggio agricolo, che ha caratterizzato diversi secoli di risicoltura in Lombardia e Piemonte, è purtroppo ormai quasi scomparso: queste foto sono state scattate dal 2019 al 2023, dall’autore Giovanni Battista Colli tra Vigevano, Cassolnovo e Mortara, una delle ultime aree dove ancora oggi possiamo trovare le risaie sommerse dall’acqua in primavera.

Ci siamo mai chiesti per quale motivo da qualche tempo non ci sono più rane ai bordi delle risaie?

Oggi il 70-80% delle terre risicole è seminato in asciutta, il “mare a quadretti” non c’è più e quelle che erano delle vere e proprie aree umide seminaturali, dove insetti, rane e uccelli vivevano in un equilibrio secolare, si sono trasformate in una distesa di polvere e desolazione. La tecnica tradizionale della risaia seminata in sommersione negli anni ‘90 si era meritata in Lomellina il riconoscimento europeo di Zona Protezione Speciale (ZPS), grazie alla capacità di richiamare e ospitare una miriade di uccelli di tantissime specie che ogni anno in primavera affrontano il loro lungo e faticoso viaggio dall’Africa fino al Nord Europa, passando dalla nostra pianura padana. Oggi la risaia seminata in asciutta è una “trappola ecologica” per insetti acquatici e anfibi e quindi un luogo non più accogliente per gli uccelli in migrazione.

Ma c’è di più: l’abbandono della semina del riso in sommersione in primavera, contribuisce all’abbassamento della falda freatica superficiale in tutta la pianura risicola piemontese e lombarda, con pesanti ripercussioni sull’intera produzione agricola di pianura. Nascondendosi dietro un apparente risparmio d’acqua, la semina del riso in asciutta è infatti uno spreco poiché trascura l’acqua che scorre nei canali irrigui in primavera, senza immagazzinarla e lasciandola scorrere inutilizzata verso il mare. La tecnica tradizionale della semina del riso in sommersione ha invece il grande pregio di rallentare la corsa dell’acqua, stoccandola in primavera nella falda sotto i nostri piedi e mantenendo quell’equilibrio tra acqua e terra che in estate diventa linfa vitale per l’agricoltura e per tutti gli ambienti naturali che la circondano.

Le colture agricole, insieme alle zone umide, alle siepi, ai filari, agli argini erbosi, ai boschi e boschetti, grazie alla falda ricaricata dalle risaie in primavera sopravvivono in estate anche con pochissima acqua (gli agricoltori dicono che “basta una goccia…”) e riescono a superare anche le lunghe siccità del clima che sta cambiando. I danni del cambiamento climatico spesso sono aggravati da comportamenti umani sbagliati.

Le bellissime foto di Giovanni Battista Colli rappresentano una testimonianza di un patrimonio agro-naturale che stiamo trascurando quasi incoscientemente: un ringraziamento alto va all’autore della mostra per la costanza con cui frequenta ancora oggi le ultime risaie sommerse tra Novara e Vigevano e per la passione con cui, in silenzio e quasi senza accorgersene, ha sospeso quasi per sempre un quadro agricolo e naturale dalle origini antichissime, che l’uomo sta via via cancellando in pochissimi anni.

L’augurio è che questa mostra contribuisca, insieme al lavoro di chi ha scelto di “curare la falda”, a stimolare il ritorno alla tecnica della semina del riso in sommersione, contribuendo a rallentare il prosciugamento delle falde e dei suoli delle aree risicole, ora che siamo forse ancora in tempo.

La mostra sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica dalle ore 10.00 alle 18.00.

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