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L’aiuto della San Vincenzo a Magenta ridona speranza ad un uomo in crisi, ecco come lavora la rete della carità

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Ritrovarsi senza un lavoro, senza soldi, senza nessuno su cui fare affidamento. Ritrovarsi nel nulla dall’oggi al domani a quasi 50 anni dopo un licenziamento ed essere costretti a lavorare in nero sottopagati come badante in orario notturno per una donna anziana. Non per vivere, ma per sopravvivere con 150 euro al mese. E’ la condizione in cui si è ritrovato un paio di anni fa un uomo che vive nel magentino.

MAGENTA – Nessun aiuto dalle istituzioni, ma solo la possibilità di frequentare un corso per assistenti domiciliari. Dall’autunno dello scorso anno quest’uomo è stato preso in carico dall’associazione San Vincenzo a Magenta che ha cominciato a seguirlo in tutti i passi della vita. «Abbiamo riscontrato delle fragilità importanti in quella persona e abbiamo fatto la prima cosa da fare in casi come questo, ovvero ascoltare i suoi problemi – spiegano le volontarie – lo abbiamo incontrato non una, ma diverse volte per capire quali fossero le sue difficoltà». Più persone lo hanno preso in carico, soprattutto per accertare le problematiche dal punto di vista economico. Ovvio che i debiti per le utenze, per le spese condominiali e quant’altro si andavano accumulando. «Abbiamo accertato che c’erano delle oggettive difficoltà economiche e siamo intervenuti cercando di ripianarle – aggiungono – Non si trattava di una persona che rifiutava il lavoro o che si stava approfittando». La San Vincenzo è intervenuta affrontando la situazione economica. Così come la Caritas, dalla quale sono usciti soldi a fondo perso per quel 50enne. La rete della carità, della quale fanno parte le associazioni che si occupano della persona, quando le difficoltà sono reali interviene.

Oggi per quell’uomo non sono certo finiti i problemi. Ma è stata aperta una porta importante nella sua vita che sembrava chiusa per sempre. «Avvieremo un progetto per il lavoro – aggiungono – Ci vorrà del tempo e magari potrà anche coronare il suo sogno di frequentare un corso da asa, assistente socio assistenziale. I soldi li gestiamo sempre con molta attenzione e soltanto dopo avere fatto delle valutazioni sulla persona e sulle fragilità che le impediscono di condurre una vita dignitosa. Abbiamo imparato a conoscere e a volere bene a questo uomo. Se potessimo esprimere un desiderio, be’, sarebbe quello di vederlo sereno, quindi con la stabilità di un lavoro! Pier è un dono.. ci arricchisce e ci commuove».

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