La puntura del Duca. Faccia da parassita time.

“Parassita Time” è un ritornello che non vuole dire nulla, proprio come le scuse e le giustificazioni di chi vive alle spalle degli altri. E il problema più grande è che qualcuno, purtroppo, continua a crederci.... e così i soldi pubblici vanno in fumo"

Faccia da gemelle. A cura di Max Moletti

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - "Erano un sogno. Un sogno doppio, perché erano sempre insieme. Troppo piccola per contenerle, la notte del nostro Paese: un...

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, nelle ballate della musica contemporanea sembra che gli Stati Uniti abbiano mantenuto una vitalità che noi, purtroppo, abbiamo perso. In Italia avevamo una tradizione ricca e profonda, ma a molti, evidentemente, dava fastidio: c’era sempre qualcuno a cui quelle melodie facevano “venire il mal di pancia”. Così, lentamente, abbiamo smarrito la nostra identità musicale.

Negli ultimi anni la musica – e, in un certo senso, anche la società – ha assunto il tono di una festa d’asilo: tanto entusiasmo, molti “ieeee ieeee”, e genitori compiaciuti che scambiano ogni rumore per un segno di genialità. Tutti desideriamo avere in casa un piccolo “genio della lampada”, ma a volte ci ritroviamo con semplici soprammobili che producono parole e confusione, e che riempiono la testa di sciocchezze.

Ripensando alle ballate americane, mi torna in mente un’idea ricorrente: “Parassita Time”. Perché, proprio come nelle città spariscono i parcheggi e nei paesi si svuotano le chiese, sembra che i parassiti – metaforici, s’intende – aumentino in modo proporzionale.

Le tecnologie hanno dato visibilità a chiunque, persino agli squilibrati; e l’abbondanza di diritti e rivendicazioni ha finito talvolta per elevare chi si limita a sfruttare il sistema. Esistono due grandi categorie di parassiti: quelli di famiglia e quelli acquisiti. Pochi risultano simpatici: sono sempre convinti di avere ragione loro, di sapere tutto loro, di controllare tutto loro. E, naturalmente, criticano sempre e solo gli altri.

Ci sono poi i parassiti pubblici e quelli privati: i primi si dividono tra dipendenti e mantenuti, i secondi tra miracolati e assunti fortunati. In ogni caso, un parassita rimane tale per tutta la vita: non ti abbandona mai, ti condiziona i pensieri, ti trascina nei litigi e ti infila tarli in testa. Il suo livello culturale, spesso fermo all’asilo, lo porta a ripetere sempre gli stessi versi: ieeee ieeee, come un ritornello vuoto che serve solo a coprire il silenzio.

“Parassita Time” è un ritornello che non vuole dire nulla, proprio come le scuse e le giustificazioni di chi vive alle spalle degli altri. E il problema più grande è che qualcuno, purtroppo, continua a crederci.
E così, mentre i soldi privati scarseggiano, quelli pubblici vengono utilizzati troppo spesso con leggerezza.

Ieeeee ieeee ieeee…”

Massimo Moletti

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