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Dall'archivio:

I ‘Coscritti’ del tempo che fu

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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BERNATE – Conobbi Egidio Zarinelli al tempo di “Città Oggi” mentre era sprofondato nella ricerca storica sulle origini della sua famiglia, ricerca che, per la verità, aveva iniziato il fratello Ernesto di Magenta e che lui si era ripromesso di portare avanti. Si mise di buzzo buono e in vent’anni ha ricostruito la propria genealogia dal 1748.

Non solo, ma nel passare degli anni si è appassionato di ricerca storica locale pubblicando diversi testi:

– Asilo  e  Scolaresche. Opera arricchita dai nomi di alunni e insegnanti in un periodo che va dai primi del ‘900 al 1970;

– La Genealogia degli Zarinelli. L’opera prima che si sviluppa dal 1748 al 2022;

– Allievi di un Santo. Sono gli ex-allievi orionini che ricordano;

– Sacerdoti  e  Suore di Bernate Ticino e Casate;

– Elenco dei Matrimoni  dal 1701 al 1980.

 

Oggi si ripresenta con un’altra storia locale, corredata da pregevoli ‘fotografie d’epoca’ che disegnano un mondo che non c’è più, ma che vive ancora nella memoria dei paesani: “Coscritti bernatesi”.

 

“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Queste parole di Cesare Pavese tratte da “La luna e i falò” ci fanno sentire quel sentimento di appartenenza al paese che ha animato la vita di tante generazioni bernatesi- compresa quella dell’Egidio –  e rappresenta il ‘motore primario’ anche di questa pubblicazione.

 

Si torna sempre al paese, anche a tempi lunghi, come le rondini, come è capitato ai tanti che per lavoro o altre ragioni hanno dovuto allontanarsi. I luoghi rimangono sempre scolpiti nel mondo impalpabile della memoria – come Rubone – e sono una sorta di computer che tramanda la radice profonda di una comunità.

 

Certo una società frivola e superficiale, che considera che l’unico fine della vita sia spassarsela, può essere comprensibile, ma non condivisibile, perché – e lo sanno bene i pensionati – nella vita c’è anche tanto dolore, mistero e frustrazione. E più un uomo è portatore di valori, forti e resilienti, come alberi piantati in montagna che, con radici profonde bloccano le frane, più l’uomo resiste alla fatica del vivere.

 

E il ‘Servizio Militare’ aveva anche questo scopo: rafforzare il carattere degli Italiani, la qualità più importante dei cittadini!

 

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