RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Erano un sogno. Un sogno doppio, perché erano sempre insieme. Troppo piccola per contenerle, la notte del nostro Paese: un Paese da gambe corte e gola lunga dove, un giorno, arrivarono loro, con quel passo di gambe lunghe e il mito della bionda teutonica che non apparteneva solo all’estate, ma a tutto l’anno. Portavano una classe che dall’Eurofestival arrivava fino al cinema, ma fu il piccolo schermo a regalar loro il tempo eterno.
In una terra di piccoli borghesi e provinciali, loro erano l’Europa vera che si affacciava su un mondo straniero. Tra la censura delle calze e il carosello, la loro bellezza faceva discutere un Paese
che aveva nelle manifestazioni religiose i suoi centri di aggregazione. Eppure, di notte, donne belle come loro erano imbattibili.
Rivedere oggi quelle sigle, quei filmati, fa capire tre cose: che la concorrenza non è sempre positiva,
che la Rai ha saputo fare programmi da Oscar, e che questo Paese, allora, aveva voglia di crescere non solo in altezza, ma anche in bellezza.
Il boom economico, il desiderio di una vita migliore, un’esistenza più internazionale, arricchita dal fascino delle straniere.
In un Paese corrotto e bigotto, loro insegnavano a distinguere un pasticcino da un biscotto:
la fattura di una leggenda. La loro presenza e arte si univano a una professionalità rara.
Ho avuto l’onore, nella mia carriera, di intervistare la prima “Signorina Buonasera”: Fulvia Colombo. Allora ho capito davvero il mito di quel periodo, quando le donne erano oceani di misteri, non esplicite e senza segreti come oggi, nell’era della rete.
Ogni loro ritorno in Italia era un successo: negli occhi degli uomini di allora si accendeva un sorriso
misto a rispetto. Bellezza e arte, insieme. Irraggiungibili, eppure vicine: l’opposto di oggi, dove tutto è troppo vicino, ma distaccato da un’aria di boria.
Loro non erano fuggenti come il fritto nell’aria: erano scolpite nella memoria. Una vita insieme, e una morte che le ha unite ancora, perché la loro leggenda non avrà mai fine.
Ora balleranno con tutti i santi: perché ciò che scandalizzava non era il sex appeal, ma la loro bravura.
Molte hanno provato a imitarle, ma nessuna è mai riuscita a raggiungerle. Così si chiude una storia della nostra TV. Forse un invito a guardare indietro, a quel tempo in cui si osava, ma si sapeva fare.
La perfezione dava l’illusione di poter essere raggiunta, ma era un dono raro. E quel passato non va dimenticato: va ammirato, e ringraziato.
La notte vola, nelle loro apparizioni. Sono arrivate fino a noi, e non ci lasceranno mai più”.
Massimo Moletti – Cerano (NO)





















