NOVARA Prezzo del risone in picchiata e agricoltori in rivolta: e’ un momento di tensione per il mondo dei produttori di riso di Novara e Vercelli che rappresentano la gran parte della risicoltura italiana.
Il prezzo all’ingrosso del riso e’ sceso in queste settimane di piu’ di 300 euro alla tonnellata. La crisi, secondo gli esperti, e’ stata indotta dalla riduzione della domanda da parte dell’industria coincisa con l’aumento dell’offerta registrata dalle aziende agricole che hanno necessita’ di liberare silos e magazzini dal risone in vista del prossimo raccolto; si sono cosi’ prodotte eccedenze di risone nelle aziende agricole. E lo squilibrio tra domanda e offerta ha creato una situazione di prezzo inadeguato per gli agricoltori. Di fronte a questo quadro, le organizzazioni di categoria hanno deciso di reagire, sia pure in maniera differenziata. La scorsa settimana gli agricoltori aderenti a Coldiretti come forma di protesta, hanno abbandonato la sede della borsa del listino prezzi del riso e dei cereali di Novara.
“Finora – sottolineano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il Direttore Luciano Salvadori – le motivazioni dei produttori sono state inascoltate e non vogliamo prestarci a questo gioco in cui i nostri associati debbano subire pesanti ingiustizie: questo calo e’ ingiustificato perche’ non rappresenta la fotografia reale di un mercato nel quale la mancanza di operazioni di scambio significative sono tali da non poter determinare tali variazioni al ribasso dei prezzi. Offerte e domanda sono ridotte ai minimi termini. Questi cali sono quindi immotivati e frutto di speculazione e strumentalizzazione: Il valore del riso non puo’ essere solamente teorico, ma deve rispettare dei reali parametri dettati dalle leggi di mercato”. Anche da Cia e Confagricoltura e’ arrivata una preso di posizione molto preoccupata: “consigliamo alle aziende agricole, associate e non – si legge in un documento unitario delle due organizzazioni – di ridurre e cessare l’offerta in quanto, in un contesto internazionale di aumento dei prezzi delle diverse commodities, appare realistica la possibilita’ di una inversione delle quotazioni. Le Organizzazioni ritengono che agli attuali prezzi puo’ risultare conveniente ricorrere allo stoccaggio in azienda o eventualmente presso terzi, esortando i risicoltori che ancora hanno rimanenze invendute a riflettere sulle possibili strategie di vendita, senza allarmismi e senza farsi prendere dalla fretta”.