Cerro Maggiore, la Corte d’Appello ha deciso: la piscina dovrà essere riconsegnata al Comune

La data è stata fissata per il 31 maggio.

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I giorni scorsi una sentenza le ha imposto di riconsegnare al comune l’impianto. Adesso la società Nam che gestisce la piscina di Cerro Maggiore ha deciso di rivolgersi direttamente agli utenti per cercare di rassicurarli. “Cari utenti – vi si legge – come reso noto dal comune di Cerro Maggiore, la sentenza della Corte d’Appello di Milano ha confermato lo scioglimento del contratto di concessione tra comune e Nam”. Su richiesta di quest’ ultima, il comune ha spostato la data di riconsegna al 31 maggio (ma Nam ha annunciato che chiuderà il 29) rispetto all’iniziale indicazione del 10.

La sentenza ha stabilito, come sottolinea la nota di Nam, anche “il diritto a ricevere dal comune un indennizzo in caso di rilascio del centro natatorio , indennizzo che, stando alla sentenza, non potrà essere inferiore a 1.500.000 Euro ma, a nostro giudizio, è pari a 1.900 .000 Euro”. Nam si sofferma poi su una richiesta fatta all’amministrazione comunale lo scorso 17 maggio consistente in un’operazione transattiva che le permettesse di continuare a gestire l’impianto natatorio dietro il versamento al comune di 1.700.000 Euro”. Fin qui le dinamiche gestionali, poi arriva la rassicurazione agli utenti: “sarete contattati direttamente da noi per il rimborso degli abbonamenti di cui non potrete fruire”. E porgono all’utenza saluti “con rammarico”, ringraziandoli per “la soddisfazione sinora manifestata nei confronti del nostro servizio”.

Il comune, dal canto suo, pur accogliendo favorevolmente la disponibilità di Nam al risarcimento dell’utenza, rilancia con considerazioni aggiuntive. “Il comune di Cerro Maggiore – spiega una nota – precisa che non è titolato a effettuare alcun tipo di rimborso e che sta costantemente monitorando la situazione per studiare le procedure amministrative più idonee al fine di limitare il disagio e garantire un nuovo servizio in continuità”. Riguardo all’indennizzo evidenziato da Nam che dovrebbe provenire dal comune, l’assessore Alessandro Provini osserva: “la sentenza è chiara, nel contratto di concessione è prevista una formula che garantisca entrambi i contraenti a seconda di quando e come si chiude la concessione, la formula, in questo caso, sancisce un indennizzo a favore del comune, come scritto anche da Nam”. Si è quindi di fronte a una duplicità interpretativa: da una parte il rilievo di Nam per cui la Corte d’Appello avrebbe stabilito un suo diritto a ricevere un risarcimento dal comune, dall’altra quest’ultimo a ribadire che sia invece Nam a dovergli dare un indennizzo. La sentenza c’è, ma la querelle continua.

Cristiano Comelli

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