Giร su queste โpagineโ di Ticino Notizie avevano parlatoย delle due poetesse del Ticino Ada Negri e Antonia Pozzi riportando alcuni loroย frammenti poetici e letterari riferentesi alย nostroย fiume azzurro che in parte qui riproponiamoย : โIeri, sullโargine del Ticino, dove il fiume fa unโenorme ansa e la corrente si attorce in gorghi azzurrissimi, e ha subbugli, scrosci, rigurgiti improvvisi e minacciosi, sono rimasta per unโora sulla riva in faccia al sole che tramontava, a chiacchierare con un guardiacaccia che fu al servizio del mio nonno e si ricorda della mia mamma e delle mie zie bambine. Ebbene: era un senso strano pensare che tutta questa smisurata terra, i campi coltivati da Motta a Bereguardo, e i boschi della riva, dal lido di Motta fin giรน al ponte di barche, con i diritti di pesca, di caccia, di cava dโoro persino, erano proprietร unica dei miei antenati. Io non so che cosa pagherei per potermi costruire qui, in vista del Ticino, due stanze rustiche e venirci a stare; le mie radici aristocratiche non le sento molto, nemmeno qui, ma le mie radici terriere sรฌ, in modo acuto e profondo, e gli uomini dietro lโaratro mi incantano, non solo per un senso di armonia esteticaโ cosรฌ annotava nel suo Diario mentreย cosรฌ scriveva Ada in โGente di Fiumeโ:ย โLe lavandaie di Borgo Basso hanno tutte ugual foggiaย di vestire: sottana scura di rigatino, con la parte superiore rialzata e tenuta gonfia sui fianchi dal nastro del grembiale: alti zoccoli, fazzoletto bianco pendente dalle cocche ai lati del viso, e, sul fazzoletto, un largo cappello di paglia gialla. La faccia, le braccia, le mani, lavorate ben ben dal vento, dal sole dagli strapazzi: le voci, rauche: il colore della pelle un di mezzo fra il rame e la terracotta. Le loro figlie sembrano dโunโaltra razza: snelle e graziose,ย portano calze fini, scarpette scollate, tuniche corte senza maniche e lavorano nelle fabbriche. Abitano nelle rustiche ma ridenti casucce del borgo, sulla riva destra a specchio del Ticino: fette di case, dipinte a capriccio, con una porticina, una stanza a terreno, due di sopra, un balcone e una finestra. Nei cortili aperti sulla riva, rampe esterne di scale, pergolati di glicine e vite vergine, rozze insegne dโosteria con frasche: giochi di bocce, stracci stesi ad asciugare, cataste di legna raccolta a spizzico nei boschi, monelli che ricorrono gatti e galline, vecchi che sulle soglie si godono il sole. La riva รจ occupata da panchette, su alti e solidi trampoli: nei tre giorni regolamentari della settimana le lavandaie vi stanno inginocchiate, dorso e spalle curvi sullโacqua; e insaponano immergono torcono strizzanoย panni, battendoli anche, a tutto spiano con una mazzuola. Nelle prime ore del mattino, i reiterati colpi sโodono da lontano, attraverso le nebbie che salgono dal fiume; e fanno malinconia.โ
Nel presente lavoro, che qui proponiamo una prima parte in anteprima, si รจ andati alla ricerca di altri poeti o letterati che nelle loro opere hanno fatto specifico riferimento a questo nostro fiume.
Da internet riportiamo quanto segue daย Oliviero Spadaย nella suaย Storia del fiume Ticinoย โun corso dโacqua affascinante che, nella mia gioventรน, percorrevo in bicicletta fermandomi sulle sue rive per un pic nic o semplicemente per rimirare il paesaggio.ย Sappiamo che il Ticino nasce in terra Svizzera, poi raggiunge il lago Maggiore e, infine, si tuffa nel grande Po. Allโuscita dal Lago, al Ponte di Sesto Calende, il fiume inizia il suo percorso in terra italica, tragitto che lo vede cedere molta delle sue fresche acque prima di raggiungere il Po. Poi al riguardo citaย ย โTicino, le voci del fiume, storie dโacqua e di terraโ, di Cederna e Cerchioliย in cuiย uno scrittore e un fotografo alla scoperta di un fiume che ci parla di noi. Con le mille voci che l’acqua accoglie tra le rive per un’avventura, da vivere qui e ora. Dalle sorgenti del Passo della Novena, in Svizzera, alle gole del Piottino e poi giรน, attraverso Piemonte e Lombardia, fino al ponte della Becca, a Pavia, dove si unisce al Po. L’anima di un corridoio d’acqua che ti avvince con la sua storia e il suo presenteย ย aggiungendo poiย che โancheย poeti famosi hanno dedicato a questo incantevole fiume le loro poesie, ad esempioย Gabriele DโAnnunzio, nella poesia La Muta qui riportata piรน estesamente da quanto qui citato:
Presso il gran ponte sta Sesto Calende.
Corre il Ticino tra selvette rare,
verso diga di roseo granito
corre, spumeggia su la china eguale,
come labile tela su telaio
cรจlere intesta di nevosi fiori.
Chiudon le grandi conche antichi ingegni,
opere del divino Leonardo.
Il sorriso tu sei del pian lombardo,
o Ticino, il sorriso onde fu pieno
l’artefice che t’ebbe in signoria;
e il diรจ constretto alle sue chiuse donne.
Oh radure tra l’oro che rosseggia
dello sterpame, tiepide e soavi
come grembi di donne desiate,
si ‘che al calcar repugna il cavaliere
e Alessandro Manzoni, nella sua poesia Marzo 1821, accenna al Ticino quando dice:
Soffermati sullโarida sponda
Vรฒlti i guardi al varcato Ticino.
eย infine il cantanteย Sergio Savioni cheย ha dedicato al Ticino una canzone, tutta in dialetto pavese, dal titolo “Al mรจ Tisรฌnโ
La nostra ricerca non poteva non partire che dalย grande Francesco Petrarcaย cheย ospite varie volte in Pavia tra il 1363 e il 1369 alla corte di Galeazzo II Viscontiย ammaliato da questa cittร antica che solo da poco aveva acquisito il suo nome attuale, adagiata su un colle lungo le sponde del Ticino e giร sovrastata dalle sue caratteristiche torri in una lettera a Giovanni Boccaccioย raccontava una Pavia inedita e ricca di cultura, fotografata nell’epoca d’oro della sua lunga storia e cheย ย ย in una delle sue opere minoriย Epistula Secunda dedicata al suo munifico mecenate โIn ortu M. Vicecomitisโ cosรฌ cantava inย latino:ย Teย Padus expectat dominum, quem flumina regemย Nostra vocant; te purpureo Ticinus amictu.ย Et magno genitore tumens; ; te gurgite Lamberย Innocuo, lateque secans pulcheerima ruraย Abdua caerulesuโฆโฆโฆโฆโฆ..
ย eย cosรฌ Domenico Rossetti traduceva:Te il Po signore aspetta, il Po che rege.ย Chiamano i nostri fiumi, ed ammantatoย ย Di porpora il Ticino, il qual, superboย Del suo gran genitor, rigonfia lโonda;ย Te lโinnocente Lambro, e per fecondiย Campi il vasto e ceruleo Adda corrente
Procedendo nella nostra spigolatura letteraria in uno dei suoi tanti sonetti (Poesie profane) di Pellegrino Salandri ritroviamo:ย In lui sta ogni altro fiumeย Oglio, Po, Lambro; Ticino, e Dora
ย Nel suo โDel falconareโ in De Re Accipitriana diย Jacques-Auguste de Thouย ecco il nostro Ticino citato assieme allโAdda e al Sillaro:
ย Eโ benchรฉ a quella sua ragione additto
LโAdda veloce fin dallโAppennino
El Ticino, el Sillaro, che inaffia
A cura di Giuseppe Gianpaolo Casarini