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Dall'archivio:

+Cassinetta, si rompe l’idillio utopico tra Finiguerra e Andrea Frassoni (e pure Fulcro Vantellini)

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CASSINETTA DI LUGAGNANO – E’ beffardo, il web. Non cancella niente, ricorda tutto. Per esempio, cose come questa, risalente al 2012.  Vergata da Andrea Frassoni, assessore alla Cultura dal 2002 e pretoriano di conio antico del Domenico Finiguerra ‘prima versione’.

CON DOMENICO

Il rosa della sala consiliare si riflette sulla fitta boscaglia che ricopre la riva del Naviglio

“Abbiamo il candidato….” “ è giovane , è preparato, ” … “ma chi è ?” “

La piazza del comune è un parcheggio affollato di auto incastrate nella nouvelle cousine.

C’è un partigiano, un vecchio militante del Pci e qualche popolare .

“ ..Vinciguerra ?..” “ Chi ?”

“ Finiguerra ? ”

“ al ghà i barbis e forse l’è un terun …”

Sono trascorsi 10 anni da quella sera.

Era solo l’inizio.

Era solo Cassinetta.

L’espansione urbanistica segnava la sua incontinenza

Formigoni trionfava con il 68% dei consensi.

Il 25 aprile era solo una gita fuori porta.

Ora c’è una piazza, la Piazza 25 aprile che ti abbaglia con le parole di Pasolini .

Chiunque volga il proprio sguardo negli angoli di Cassinetta, può trovare dei segni tangibili del passaggio di Domenico.

Sembra retorico ma è pragmaticamente reale, rinascimentale.

La fitta boscaglia è diventata la “passeggiata dell’amore”, il parcheggio ora è un accogliente salotto pedonalizzato.

E poi il nuovo imbarcadero, il nuovo parco De Andrè, la nuova scuola materna Rodari, il nuovo centro poliambulatoriale, il nuovo spazio polifunzionale, la nuova piazza Falcone e Borsellino e la nuova biblioteca.

La riqualificazione della scuola elementare, del cimitero, del ponte, della piazza dei caduti e del centro anziani.

Le nuove piste ciclabili verso Albairate e Abbiategrasso, il bosco in città, il tetto fotovoltaico della scuola, il nuovo piano colore e una raccolta differenziata da eccellenza.

Corposi piani di diritto allo studio, politiche del welfare e borse lavoro a difesa delle fasce più deboli.

La difesa del territorio.

La settimana della legalità, i festival della diversità, le notti bianche e tanta cultura .

Di tutto questo non troverete traccia sulla prima pagina di Repubblica, nelle puntate di Report , Che tempo che Fa , nel servizio del Tg1 o sul palco di Beppe Grillo dedicati alla “crescita zero” di Cassinetta.

Di tutto questo non c’è traccia nelle correnti di partito, nei veti incrociati, nelle spartizioni di poltrone, nel porcellum, nelle consorterie e nei network affaristici.

È la politica che viene dal basso.

Sofferta, disincantata, discussa e partecipata.

Vera.

Con Domenico Finiguerra le suggestioni e le utopie amplificate dalla vetrina mediatica si sono coniugate con reali migliorie urbanistiche, sociali, estetiche e culturali, sempre al servizio del cittadino.

Domenico ha saputo interpretare una politica alta, nuova, visionaria e pragmatica .

Noi a Cassinetta lo abbiamo sognato e vissuto.

Ora tocca a voi

Con Domenico per cambiare Abbiategrasso

Il progresso è la realizzazione dell’utopia. Oscar Wilde,

Arrivando da Abbiategrasso lungo la nuova pista ciclabile di Cassinetta, potrete leggere i primi 12 articoli della Costituzione, girate a destra sino a piazza Falcone Borsellino, poi proseguite sino al parco Fabrizio De Andrè, continuate lungo la Passeggiate dell’Amore c’è un ponte, alzate lo sguardo “Venne il giorno della morte e della libertà, il mondo martoriato si riconobbe nuovo nella luce…” siete in Piazza 25 aprile.

Lì, è arrivata una Coccinella ………..

Andrea Frassoni

Assessore alla Cultura

Cassinetta di Lugagnano

Poi arriva la primavera del 2021. Alle elezioni comunali dello scorso settembre si ricandida, a grande sorpresa, Domenico Finiguerra. L’endorsement di candidati e società civile parla chiaro:

Alle elezioni amministrative che si terranno nell’autunno 2021, la lista civica “Per Cassinetta di Lugagnano” ripresenta per la guida della nostra comunità Domenico Finiguerra, il sindaco che ha già governato il Comune dal 2002 al 2012, in quella che siamo convinti essere stata una delle migliori esperienze politiche e amministrative degli ultimi anni.Un decennio in cui si è trasformato e riqualificato l’intero paese, realizzato grandi e piccole opere, in cui si è rilanciata la vita culturale, sociale e aggregativa, in cui si è difeso e valorizzato il nostro splendido territorio (si veda l’allegato elenco completo di quanto realizzato nei dieci anni).

Molto è stato fatto. E molto ancora si farà.

Con Domenico ci saranno importanti protagonisti delle passate giunte Finiguerra insieme a cittadine e cittadini alla prima esperienza politica, uniti dai valori di convivenza civile, democratica ed ecologista, e dallo spirito che ha animato, oltre trent’anni fa, i fondatori del Gruppo Per Cassinetta: perseguire “l’idea nobile” della politica agendo per il bene della comunità, coltivando una connessione umana empatica ed inclusiva con i cittadini per assicurare un’amministrazione efficace, stabile e trasparente.

Il primo firmatario del documento-manifesto è Riccardo Barlaam. E al quarto posto.. Ecco rispuntare Andrea Frassoni.

Riccardo Barlaam
Guido Bellavista
Enrico Castelli
Andrea Frassoni
Gionata Gibelli
Alessandra Giordano
Anna Lovatti
Fabiana Magro
Margherita Marcheselli
Taddeo Mecozzi
Cristina Monetti
Roberto Pisati
Angelo Portalupi
Dante Ranzini
Giorgio Rossi
Nadia Taiola
Loris Vergani
Marco Valvassori
Miria Montorsi
Anna Montagna
Tiziano Longaretti
Rosanna Ferrari
Daniela Aletti
Alessandro Cattoni
Sonia Petrone
Angelo Trezzi
Jeanne Marchegiani
Mimmo Palladino
Elena Rubin
Stefano Adagio
Guendalina Zuffetti
Cosetta Oldani
Marina Calzone
Luigi Siliprandi
Walter Mandelli
Alessandra Frigoli
Jaya Mandelli
Luigi Mandrini
Daniela Vismara
Sury Mandelli
Gaetano Taverna
Claudia Mazzia
Antonella Ventriglia
Franco Carelli
Giovanni Codari
Marco Codari
Ornella Scaramuzza
Giacinto Pastori
Imelda Zappaterra
Maria Parini
Anna Parini
Davide Abbiati
Riccardo Schneider
Giusy Ventriglia

In quella primigenia, nutrita lista di sostenitori del Finiguerra bis figurano molti dei dissidenti di oggi. A neppure un anno dalle elezioni, la maggioranza del già leader di Cambiamo Abbiategrasso si sta sciogliendo come neve al caldissimo sole di questa estate senza fine. 

 

Ed eccolo ricomparire, il nome di Andrea Frassoni, che delle prime due amministrazioni Finiguerra è stato mente lucida, appassionata, determinante, connotante. Solo che questa volta la sua firma appare in calce al documento dei dissidenti, che hanno vergato quello che ci sembra il più duro attacco politico mai indirizzato nei confronti dell’esponente ambientalista più popolare dell’ultimo quarto di secolo nell’Abbiatense e non solo. Con due candidature alle Europee, due corse elettorali ad Abbiategrasso (una persa per il rotto della cuffia nel 2017 contro Cesare Nai), l’elezione in Città Metropolitana e la candidatura con Luigi De Magistris alle Politiche 2022, da capolista al Senato in Lombardia, Finiguerra è uno dei politici ambientalisti e di sinistra più visibili su piazza, anche nazionale.

Ovvio che la frattura con Andrea Frassoni, sempre e coerentemente schierato alla sinistra del Pd dacché lo conoscemmo, sia quella più fragorosa. Anche perché nell’azione politica e cultutale di Frassoni sono sempre risuonate le evocative parole d’ordine di Fulcro Vantellini, di cui già vi parlammo da queste colonne.

E quando si rompe con  uno come Frassoni, o come Fulcro Vantellini, significa che la tua traiettoria politica è cambiata per sempre. Cambiata,  ma non esaurita. Finiguerra, in questi decenni, ossia dal 1994, quando poco più che ventenne fu eletto in Consiglio comunale ad Abbiategrasso, ha cambiato diverse casacche di partito. Fatto scelte eclatanti, apprezza te, discusse, criticate. Adesso però è con le spalle al muro. Ma il politico di razza dà il meglio, in questi momenti. Tanto che adesso, lo confessiamo, siamo curiosi di vedere come ne uscirà, il sindaco di Cassinetta.

Quello che, un tempo, era portato in palmo di mano dagli utopisti alla Vantellini. Ora, tuttavia, l’utopia sembra spezzata. Però, va detto, per anni si è tradotta in azione.. Rileggiamo perciò questo pezzo del 30 ottobre 2019. Sempre sulle nostre colonne (ovviamente..)

Fab. Pro.

La morte di Franco Geissa e l’utopia (realizzata) della sinistra a Cassinetta

 

CASSINETTA – I tuoi capelli a cespuglio avevano portato a Cassinetta di Lugagnano un po’ di Harlem e tanto coraggio: esprimere fieramente posizioni solitarie di dissenso ad un’egemonia culturale, fondata sulla moderazione monolitica conservatrice.
Era la politica bellezza. Quella dei secchi di colla, delle feste dell’Unità e dei tuoi sorrisi inclusivi.

Poi hai nutrito il tuo impegno civico sui banchi solitari dell’opposizione fortificando un lungo percorso partecipato, infarcito di relazioni, incontri ed empatie.
Creando pazientemente una comunità nella comunità sino a diventarne un vice Sindaco capace e lungimirante.

La morte di Franco Geissa, che a Cassinetta fu amministratore locale e ad Abbiategrasso animatore del Movimento per i Diritti del Cittadino Malato, non ha soltanto generato sconforto nei molti che l’hanno conosciuto e apprezzato.

Ha dato (anche) la stura ad una riflessione post mortem affilata e rigorosa, vergata dalle parole (belle) che Fulcro Valtellini ha ‘virtualmente’ stampato su Facebook, dalle quali traspare il ruolo che Geissa ebbe nel traghettare la piccola Cassinetta da cheto borgo dove svernavano serene amministrazioni della Democrazia Cristiana o di Forza Italia (Romeo Chiodini, che fu eletto sindaco nel 2001 e governò un monocolore che riuscì nell’impresa di cadere dopo pochi mesi, senza opposizione, dando il là nel 2002 alla stagione di Domenico Finiguerra) a ‘enclave’ di una sinistra sinistra (senza trattini) che di fatto resiste ancora oggi, seppur dopo dolorose ‘separazioni’.

 

E perché fu importante Geissa, secondo questo ricordo? Perché ‘contrariamente ai clichè della peggiore liturgia politica, hai esercitato la rara dote della generosità, includendo nuove generazioni, incentivandone il protagonismo civico, attraverso la tua guida sobria, saggia ed autorevole. E’ la risco­perta della poli­tica non come mito e oriz­zonte irrag­giun­gi­bile ma come con­sa­pe­vo­lezza della pro­pria vita. Ciao Franco’.

Tra molti anni a partire da oggi, comunque vada, che la famosa strada per Malpensa si faccia o no, Cassinetta sarà ricordata come la perla del Naviglio dove l’utopia di una sinistra irrintracciabile in ogni altra parte del Milanese o della Lombardia (o quasi) si fece realtà. Come ogni buona narrazione (e quella suesposta lo è) dimostra. Solo- e lo diciamo in articulo mortis del pezzo, non a caso- in assenza di un convitato di pietra: Domenico Finiguerra. Ma del resto la storia della sinistra italiana è storia di laceranti scissioni. Sin da Livorno e dal 1921.

 

Franco Geissa

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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