Bià: come il Far West, adesso basta! Servono cuori impavidi

Ormai non si contano più i fatti di cronaca. Oggi ennesimo accoltellamento. Dopo i fatti di San Silvestro e quelli di venerdì sera la misura è ormai colma.

Carabinieri- di Emanuele Torreggiani

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La situazione della sicurezza ad Abbiategrasso ormai è andata fuori controllo. Purtroppo, usando una metafora quella di Bià, è un po’ come la situazione di un vulcano che stava per esplodere. Ora è in piena eruzione.

Già perché il contesto sociale di quella che fu la gloriosa ‘Città del Leone’ è profondamente mutato negli ultimi anni.

Basta farsi un giro in certi quartieri per capire che parlare di una “Molenbeek del Sud Ovest Milano”, come ha detto qualcuno usando volutamente una provocazione, fa comprendere il livello a cui siamo arrivati.

Oggi ci giunge notizia in redazione di un altro accoltellamento, venerdì sera partono 5 pattuglie dell’Arma: aggressione violenta in una casa, si parla subito di feriti, e tanto per cambiare nordafricani protagonisti della ennesima spiacevole vicenda.

Andando ancora indietro arriviamo ai gravissimi fatti del 31 dicembre. Vigili del Fuoco accerchiati, intimiditi, di fatto aggrediti.

Fatti per i quali c’è un’indagine in corso e capi d’imputazione pesantissimi se arriveranno a condanna per i colpevoli. Qui serve il riservo e non possiamo dire molto di più. perchè noi stiamo senza se e senza ma con quelli che indossano un divisa e che spesso mal pagati ci tutelano.

I vandali, per usare un eufemismo, quasi tutti italiani di seconda generazione – quelli tanto per intenderci che vengono esaltati e raccontati dalla musica Trap di Baby Gang e amenità varie – che hanno lanciato verso i volontari e i loro mezzi dei petardi, sparandoli ad altezza d’uomo. La follia è successa poco prima di mezza notte.

Sappiamo da fonti certe che l’indagine si sta svolgendo ai massimi livelli e le Forze dell’Ordine sono molto preoccupate per quanto accaduto ad Abbiategrasso. Il monitoraggio è costante.

Non andiamo oltre sugli sviluppi, perché vogliamo che le Forze dell’Ordine lavorino al meglio e possano intervenire in modo più efficace possibile per sradicare con fermezza e senza indugio queste male piante che prosperano ad Abbiategrasso.

Sono seguiti incontri con l’Onorevole Umberto Maerna e il Sindaco Cesare Nai. Certamente, la questione è rovente e in questo momento non bastano gli appelli del Primo cittadino, nè tanto meno il suo sdegno.

Servono azioni concrete. Conosciamo e stimiamo Cesare Nai. Però a questo punto quando il gioco si fa duro … i duri cominciamo a giocare. Così almeno dice lo slogan e quindi non servono i Don Abbondio ma i Cuori Impavidi alla William Wallace di Brave heart

Perchè Bià, non merita di essere ormai una specie di banlieue in mano a maghrebini o nord africani o, più in generale, gang che considerano certi territori ‘cosa loro’ in cui non si può entrare.

E’ più o meno quanto si sono sentiti dire i poveri Volontari dei Vigili del Fuoco in occasione dei fatti di San Silvestro.

Non possono esistere zone franche. Abbiategrasso, con rispetto parlando, non può essere derubricata ad una Rozzano o ad una Buccinasco di turno dove ormai i buoi sono scappati dalla stalla…

Abbiategrasso è sempre stata il cuore dell’est Ticino con un suo humus culturale che ora rischia tantissimo a causa di questi violenti criminali. Non sono tollerabili queste sacche d’illegalità.

Certo, la battaglia è ardua, forse impari. Pertanto, è necessario che ci sia una ‘Comandante in capo’ anche alla guida dell’amministrazione cittadina.

Su questo sappiamo e solidarizziamo con la solitudine degli amministratori locali. Spesso impotenti dinanzi a tali situazioni.

Però questo è il momento in cui alzare la voce. Perchè Nai alcune cose le può fare o meglio chiedere: un terzo turno di Polizia locale (Bià è una città che ha i numeri per organizzarlo), rafforzare il patto territoriale tra Comandi di PL, un coordinamento costante di tutte le Forze dell’Ordine, la richiesta d’intervento al Ministero degli Interni…. Siamo certi che sono cose a cui il Primo cittadino avrà già pensato.

Però, occorre agire. Con il concerto e il supporto delle Istituzioni superiori. Potrà bastare??? Probabilmente no. Perché c’è una partita culturale sulla quale siamo già in profondo ritardo.

I sostenitori della ‘sostituzione etnica’ o dei cosiddetti ‘nuovi italiani’ – si badi non abbiamo nulla contro chi viene nel nostro Paese, cresce, studia, lavora e si integra rispettano le nostre Tradizioni e i nostri Valori , loro sono i benvenuti gli altri un po’ meno … – hanno di fatto permesso di abbassare la guardia.

E così oggi quel Far West che ha fatto di Milano la città più insicura d’Italia si sta allargando a macchia d’olio.

I ‘riflessi’ arrivano sino in riva al Naviglio Grande. Invertire la rotta è durissima. Tanto più in un Paese che cerca sempre di puntare l’indice non tanto contro chi delinque, quanto, piuttosto contro le ‘guardie’ poco tutelate e spesso accusate di essere troppo ‘zelanti’.

In questo, con ogni probabilità, abbiamo già perso. Perchè il nostro ‘ventre molle’ purtroppo si manifesta in modo evidente. Coi distinguo che ogniqualvolta accadono queste vicende di cronaca vengono evidenziati dalla “buona stampa” di sinistra e da una certa opinione pubblica.
Un buonismo d’accatto finchè non capita ai promotori di queste politiche inclusive a prescindere …

Noi che in questo siamo orgogliosamente populisti – nel senso letteralmente del termine, cioè che stiamo dalla parte del popolo – chiediamo a chi di dovere un moto d’orgoglio.

Ed ecco perchè torniamo volutamente alla provocazione iniziale: non vogliamo una nuova Molenbeek nel cuore dell’est Ticino.

Se serve l’esercito, se serve il Terzo Battaglione Lombardia, mandatecelo in fretta perché Bià e, soprattutto, i suoi cittadini onesti (Italiani e non) meritano di più. Molto di più.

F.V.

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