MAGENTA Vogliamo tanto bene ai nostri amici a quattro zampe che spesso, inconsapevomente, diamo loro del cibo che potrebbe essere dannoso. Cosa che succede ancor di più con l’avvicinarsi delle festività natalizie. Come dobbiamo comportarci? Lo abbiamo chiesto al Dottor Luca Caputo, medico vetrinario di Magenta:
Dottor Caputo, con l’avvicinarsi delle festività Natalizie siamo portati a dare del cibo ai nostri amici a 4 zampe che potrebbe creare grossi problemi.
Quali sono gli alimenti più pericolosi per cani e gatti e quali sintomi possiamo riscontrare in caso vengano ingeriti?
Durante il Natale (ma non solo…) siamo più propensi ad elargire “premi” provenienti dalla nostra tavola: un’abitudine che può avere gravi ripercussioni sulla salute del nostro pet.
L’assunzione di cioccolato fondente può causare sintomi quali uno stato iniziale di ipereccitabilità, tremori, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), rialzo della temperatura corporea cui seguono bradicardia (riduzione della frequenza cardiaca), convulsioni, incontinenza urinaria e possibile morte del soggetto intossicato. Le noci di macadamia dal sapore dolce e delicato, utilizzate per preparare snack, torte, gelati e torroni, possono procurare seri problemi a cani e gatti: debolezza soprattutto a carico del treno posteriore, zoppia, vomito, dolore addominale, abbattimento, tremori, ipertermia, cominciano a manifestarsi 12 ore dopo l’assunzione di questi frutti. La dose tossica per i nostri pets sembra essere di 2,4 grammi di noci/Kg di peso vivo. Spesso, questo tipo di avvelenamento si risolve spontaneamente nel giro di 24-48 ore: altre volte, invece, è necessaria una terapia medica. Il consiglio è quello di far visitare sempre e comunque gli animali per evitare sequele indesiderate.
Attenzione a far assaggiare a cani e gatti la pasta insaporita con la cipolla: questa pianta bulbosa è in grado di indurre (così come scalogno e porro) anemia emolitica (ovvero anemia causata dalla “rottura” dei globuli rossi) nei domestici la cui gravità dipende dalla quantità ingerita e dalla specie (i felini sono la specie più sensibile a questo tipo di avvelenamento). Rendere partecipe “Fido “del nostro stato euforico-natalizio facendogli provare della birra, potrebbe non essere una buona idea! Il luppolo assunto con questa bevanda alcolica è in grado di provocare gravissimi rialzi della temperatura corporea cui possono seguire fenomeni convulsivi: Dobermann, Greyhound, Labrador Retriever, Pointer e Springer Spaniel sembrano le razze più sensibili. E’ buona norma, dunque, evitare di far assaggiare, a cani e gatti, la birra, soprattutto se possiede elevate concentrazioni di luppolo. Prodotti a base di cocco, se dati a dosi eccessive possono creare disturbi gastrointestinali (vomito e diarrea). L’uva se ingerita in grandi quantità, può determinare una grave forma di insufficienza renale.
Nel caso in cui il nostro animale dovesse ingerire per errore piccoli quantitativi di queste sostanze ,dobbiamo preoccuparci?
Le intossicazioni di questo tipo sono sempre “dose dipendenti”: maggiore è la quantità assunta, più importanti saranno i sintomi ascrivibili all’avvelenamento. In ogni caso è sempre bene contattare il veterinario di fiducia per ragguagliarlo dell’accaduto.
Cosa può dirci di lievito e xilitolo?
Il lievito trova, nello stomaco del nostro amico a 4 zampe, un ambiente ideale in cui fermentare ingenerando, così, dilatazione gastrica e produzione di notevole quantità di etanolo che, rapidamente assorbito, determina depressione del sistema nervoso centrale, ipotermia e convulsioni. Lo xilitolo, presente in tante gomme da masticare, caramelle, marmellate e gelatine, per dosi superiori a 0,1 gr/kg provoca nel cane ipoglicemia (riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue) spinta mentre dosi maggiori di 0,5 gr/kg causano una grave insufficienza epatica.
Come dobbiamo comportarci con piante natalizie come la poinsettia, il vischio e l’agrifoglio?
Le foglie della poinsettia (Euphorbia pulcherrima), comunemente chiamata “stella di Natale”, se assunte per via orale producono un processo infiammatorio a carico della bocca (stomatite) e dello stomaco: salivazione profusa, vomito, coliche e diarrea sono i segni più frequenti. Il contatto con la linfa può causare dermatite vescicolare, congiuntivite e lacrimazione. L’ingestione delle bacche del vischio (Viscum album) causa sintomi simili a quella della “stella di Natale” con l’aggiunta di ipotensione, difficoltà respiratorie e motorie. Qualora cani e gatti dovessero mangiare i frutti dell’agrifoglio (Ilex aquifolium), potremmo notare alterazioni gastroenteriche e nervose (abbattimento e coma per grandi quantità ingerite). Ricordo che è possibile consultare il libro “S.O.S. pet come trattare un animale avvelenato: primo soccorso. Manuale pratico per proprietari di cani e gatti” (La Memoria del Mondo editore) ricco di illustrazioni e con pratiche schede tecniche che accompagnano il lettore passo-passo nella descrizione dei vari tossici, siano essi di natura vegetale (piante), chimici o animali. Per ulteriori info contattare [email protected]