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‘+Abbiategrasso/elezioni: l’addio di Finiguerra rende orfana la sinistra. Anti Nai cercasi, ma le opzioni sono poche (e deboli) L’ANALISI

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ABBIATEGRASSO – Sono stato sindaco di Cassinetta di Lugagnano per dieci anni, dal 2002 al 2012, Consigliere Comunale ad Abbiategrasso, Presidente della Casa di Riposo di Strada per Cassinetta, Presidente dell’Assemblea ASL dei Sindaci dell’Abbiatense.

Sono stato inoltre componente del Consiglio Direttivo di Anci Lombardia e del Consiglio Nazionale Piccoli Comuni Anci, ho fatto parte del Direttivo Nazionale dell’associazione dei Comuni Virtuosi.
Sono stato uno dei fondatori del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio nato proprio a Cassinetta di Lugagnano nel 2011. Grazie a questi ruoli ho potuto conoscere a fondo e costruire importanti rapporti istituzionali a livello nazionale, regionale e di Città Metropolitana.
Infine, le candidature al Europarlamento mi hanno permesso di entrare in forte relazione anche con le istituzioni Europee.
Sono laureato in Scienze Politiche con una tesi di ricerca sugli Enti Locali, da 25 anni lavoro per la Pubblica Amministrazione..
Quello che leggete è il profilo di Domenico Finiguerra, scritta manu propria in occasione delle ormai imminenti elezioni di Cassinetta.
Lo pubblichiamo qui perché siamo a 2 giorni dall’addio del leader di Cambiamo Abbiategrasso al Consiglio comunale di Abbiategrasso, sancito dall’avvicendamento con Giovanni Maiorana e ricordato da Christian Cattoni (altro consigliere del gruppo) lunedì sera.
Il profilo di Finiguerra, come si coglie dalla sua biografia, è quello dell’unico, vero temibile avversario di Cesare Nai sulla strada della rielezione nel 2022. Si voterà tra meno di 9 mesi, salvo sorprese improbabili (non saremo più in piena pandemia, come 4 o cinque mesi fa), e al momento la sinistra, il centrosinistra, il fronte progressista o come dir si voglia ha un evidente problema politico: a chi affidare il ruolo di candidato sindaco dell’opposizione?
Una veloce ricognizione delle forze in campo evidenza le difficoltà delle minoranze. Il Movimento 5 Stelle si sta evaporando come quasi ovunque, nell’est Ticino. Maurizio Denari è rimasto solo, senza più Barbara De Angeli, Med Mouslih e gli ex grillini confluiti nella nuova lista civica (che ben difficilmente darà filo da torcere a Nai e al cdx).
Luigi Tarantola è ancora in campo, ma cosa ne è della sua lista che ottenne un buon risultato nel 2017? Bisognerà capire se, come e con chi deciderà di ripresentarsi nel 2022 (ancora una corsa solitaria? Con che obiettivi, e con chi?).
La sinistra radicale, o a ‘sinistra’ del Pd, è da ricercare col lanternino. Inesistente e ininfluente.
Restano sul campo le due principali forze di opposizione, ossia Pd e Cambiamo Abbiategrasso, di cui si era parlato (mesi fa) come possibile costituenda forza unica alle prossime elezioni. Ma i problemi, a settembre inoltrato, sono diversi. Senza Finiguerra, chi può rappresentare l’elemento forte e aggregante di una possibile alleanza? Cattoni, Dell’Acqua e De Marchi sono tre matricole. Difficile possano essere loro, i federatori. E al di fuori del Consiglio comunale quale forza conserva, Cambiamo Abbiategrasso?
Nel Partito Democratico appaiono fuori dai giochi Lele Granziero (fiaccato dalla coraggiosa campagna del 2017, dopo l’addio di Gigi Arrara), lo stesso Arrara (ha incarichi sovracomunali e ben retribuiti: chi glielo farebbe fare, di ricandidarsi?), Francesco Biglieri è passato in Articolo Uno (scisso pure da Sinistra Italiana) e non appare in grado di assurgere a federatore; Italia Viva (Andrea Sfondrini) potrebbe virare su Tarantola, ma senza poter decidere le sorti del voto.
Il poteziale candidato più forte del centrosinistra o simil tale sarebbe stato Fabrizio Tassi, ma chi ne ha tastato il polso (politico) ha commesso errori davvero marchiani (e in vero anche poco eleganti): al momento, il giornalista e critico cinematografico non appare un’opzione.
Ergo sul campo rimane l’ex vicesindaco Graziella Cameroni, rimasta in Consiglio (a differenza del suo ex sindaco Arrara) e tuttora in campo.
Ma quella di Graziella Cameroni appare come un’opzione sul tavolo in assenza di altre valide alternative. Insomma, una sorta di ripiego. Ecco spiegato perché, a 9 mesi dal voto, Nai e il centrodestra possono già mettere lo spumante al fresco. Per stapparlo c’è tempo. Ma se le cose vanno avanti su questi binari..
Fab. Pro.

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