Arluno e il giallo del lupo

Continuano le indagini

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Come riportato da la Prealpina, sono in corso accertamenti genetici per chiarire quale predatore abbia ucciso un vitellino in una cascina di Arluno. L’episodio, avvenuto nei giorni scorsi, ha riacceso l’attenzione sulla presenza di animali selvatici di grossa taglia nell’area del Parco del Roccolo, zona sovracomunale di circa 1.800 ettari che abbraccia Arluno, Busto Garolfo, Casorezzo, Canegrate, Parabiago e Nerviano, in connessione con altri sistemi ambientali come il Parco dei Mulini, il Parco dei Mughetti, il Parco delle Roggie, il Parco Alto Milanese e il Parco del Ticino.

Gli appostamenti
Secondo la Prealpina, il Nucleo Ittico Venatorio di Città Metropolitana ha effettuato appostamenti nelle aree boschive per individuare l’animale responsabile, senza però raccogliere elementi che confermino la presenza di un lupo. L’unica certezza è che il vitello, estremamente giovane, è stato aggredito e parzialmente divorato.

Per stabilire con precisione il predatore coinvolto, si attende l’esito delle analisi genetiche. Le autorità invitano alla prudenza per evitare allarmismi fra allevatori e frequentatori del Parco del Roccolo.

La presenza del lupo, pur non accertata, non sarebbe comunque sorprendente: la Prealpina ricorda casi analoghi nell’area metropolitana. Nel febbraio scorso, ad esempio, i vigili del fuoco erano intervenuti a Gaggiano per salvare un lupo caduto in una roggia del Naviglio Grande; nel Parco del Ticino è stata documentata una cucciolata e a Rescaldina un esemplare trovato morto.

Il precedente a Busto Arsizio
Un anno prima, un presunto lupo era stato filmato mentre si muoveva per le vie di Busto Arsizio, mentre nel Verbano-Cusio-Ossola si erano registrati diversi avvistamenti anche di branco.

Come nota la Prealpina, un lupo può percorrere decine di chilometri in tempi brevi, ma gli esperti non escludono neppure l’ipotesi di un ibrido o di un cane di grossa taglia fuggito da un’abitazione e affamato. Nel Roccolo, infatti, la selvaggina non è abbondante e gli allevamenti sono limitati: la ricerca di cibo può spingere gli animali ovunque.

Gli esperti – «Potrebbe essere anche una volpe»

La Prealpina riporta anche un’altra ipotesi emersa dagli esperti di Città Metropolitana: a uccidere il vitellino potrebbe essere stata una o più volpi.

Il cucciolo era infatti molto piccolo, e le volpi — sempre più numerose nell’area del Roccolo — possono attaccare prede di dimensioni ridotte, soprattutto con l’arrivo del freddo, quando scarseggiano le fonti alimentari.

Secondo il quotidiano, le volpi si spingono sempre più vicino alle aziende agricole e agli allevamenti. La loro presenza, però, resta fragile: lungo le strade dell’Alto Milanese non è raro trovare esemplari travolti dai veicoli.

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