Rho. ‘Ndrangheta in Lombardia, ‘serve appello bis su boss Bandiera’

Il procedimento con rito abbreviato, arrivato davanti alla Suprema Corte, vedeva al centro un tentativo di ricostituzione di una 'locale', ossia di un clan, a Rho, nel Milanese.

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

La Cassazione ha annullato con rinvio per un nuovo processo d’appello la condanna a 10 anni e 10 mesi di reclusione dell’ottobre 2024 per Gaetano Bandiera, 77 anni, uno degli storici boss della ‘ndrangheta in Lombardia e già condannato nel maxi processo ‘Infinito’, a seguito della maxi operazione del 2010.

Il procedimento con rito abbreviato, arrivato davanti alla Suprema Corte, vedeva al centro un tentativo di ricostituzione di una ‘locale’, ossia di un clan, a Rho, nel Milanese. La difesa, col legale Amedeo Rizza, aveva chiesto che la pena inflitta in secondo grado a Gaetano Bandiera venisse “posta in continuazione” con la precedente condanna, un meccanismo giuridico che porterebbe all’abbassamento della pena. E proprio sulla base di questa richiesta la Cassazione ha deciso di rimandare gli atti ad un appello bis (saranno depositate le motivazioni della decisione) per una nuova valutazione sul riconoscimento della “continuazione”.

Il tentativo di ricostituzione del clan sarebbe avvenuto, secondo le indagini della Squadra mobile della Polizia e del pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti, sia con arcaici metodi intimidatori, come “teste di maiale” lasciate fuori dalle porte, il “controllo del territorio” col “pizzo”, traffici di cocaina e armi, ma anche con la più moderna “vocazione imprenditoriale”.

Già in primo grado, nel 2023, la gup Anna Magelli, nel processo a carico di oltre 40 imputati, aveva riconosciuto l’imputazione di associazione mafiosa contestata dalla pm Cerreti e poi confermata in appello e aveva assolto gli imputati dall’accusa di associazione finalizzata al narcotraffico, condannando per singoli episodi di spaccio.

Ieri l’udienza in Cassazione e la decisione di un nuovo processo d’appello per il presunto capo della cosca.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner