Questa espressione, definisci bambino, in forma di domanda è stata posta dal signor dottore Eyal Mirhai, medico veterinario di professione e presidente dell’associazione Amici di Israele, all’interno della trasmissione televisiva Carta bianca, Mediaset Rete4, condotta dalla signora dottoressa Bianca Berlinguer, direttamente al suo interlocutore Enzo Iacchetti, noto co-conduttore del programma satirico Striscia la notizia.
Si discuteva sui fatti di Palestina. La domanda in forma di esortazione ‘definisci bambino’ è assolutamente pertinente nel contesto cui si riferisce. Assolutamente coerente. Il dottore ha posto una questione impressionante nella realtà, nella veridicità dei fatti che accadono, i quali, in un ambito giornalistico, devono sempre essere al centro del dibattito tra le pur conflittuali opinioni. Il tema posto impressiona.
La definizione di bambino in quella collimazione di tempo e luogo, è difficilissima da sviluppare. Nove anni, dieci, undici, dodici, un bambino biologico quindi non ancora alla sua prima polluzione, armato di un Rpg, di granate, di un puntatore trasmettitore terra terra o terra aria, è ancora un bambino? Biologicamente si, ma in quel contesto determinato il soldato che se lo trova davanti come lo considera? Un bambino, potrebbe essere suo fratellino, quindi un qualunque bambino o un nemico armato da abbattere. In quel preciso contesto, chi decontestualizza è davvero incommentabile, il soldato deve decidere in un istante: il soggetto non è innocuo, in genere i bambini lo sono, lì no: si abbatte. È terribile scrivere queste parole, lo so. Pensate a viverle. Suona superficiale deridere, irridere, schernire, insultare il presidente per la sua domanda, come sta avvenendo tra pagine stampate e social etc.etc. Quello che per noi vale in modo indubitabile qui oggi, Milano; non vale a Gaza, in Sudan, in Afghanistan, nello Yemen… Quello che sta accadendo, incontestabile agli occhi di chiunque e soprattutto a chi nega altrimenti non negherebbe, dimostra il più grande errore tattico compiuto dalla politica di cui ogni stato maggiore ha autentico terrore: entrare in una città. Significa combattere casa per casa, metro quadro per metro quadro, con un calcolo di perdite sia caduti che feriti non preventivabile e significa rilasciare una regola d’ingaggio in genere applicata solo ai corpi speciali che godono di immunità per azioni scientificamente determinate: fuoco libero. L’ingresso di un esercito in una città, massivamente abitata da civili, per conquistarla si trasforma in un massacro. Si abbatte tutto ciò che si muove. E questa tattica scellerata espone ufficiali inferiori e superiori a sanzioni penali gravi e gravissime quando saranno chiamati, lo saranno, a rispondere del loro agire. La politica che persegue il governo di Israele, ch’è molto meno del popolo ebreo (anche Giuseppe Stalin non ha mai confuso tedeschi e nazisti, al contrario del democratico oggi che fa moda fare mischia in un unico mazzo) è dichiaratamente criminale.
E l’unica risposta alla domanda definisci bambino, domanda seria, serissima, tragica in modo irrimediabile, luttuosa, l’unica risposta scrivevo è quella di definisci città, definisci popolo. Poi, lo scrivo per tranquillizzare la giro tonda ipocrisia, lo sappiamo tutti che chi arma un bambino è un criminale, come chi cela esplosivo intorno il ventre di una donna per mascherarla incinta o nell’ano di un cane o un asino. Sappiamo tutti del pogrom del 7 ottobre che ci si illude sia stata la miccia scatenante come l’assassinio del granduca Francesco Ferdinando il 28 giugno del 1914 a Sarajevo. Lo sappiamo. Il terrorismo non si combatte dispiegando eserciti e spianando città e popoli, però le amministrazioni Clinton, Bush, Osama, Biden hanno fatto a loro insindacabile giudizio quindi… E non è un altra storia, è la stessa storia. È la stessa identica storia. Però qui, in Palestina, c’è un vulnus insuperabile da qualunque amministratore delegato di Cocacolacompanyblackrockvanguard etc… i milioni di ebrei gasati, quei volti di bimbi, cosa dicono intorno a definisci bambino? I nazisti li hanno definiti zeck: zecche e li hanno sterilizzati.
Insetti parassiti portatori di malattie. Difficile definire bambino. Difficile. La domanda è seria, esce da un oltretomba morale in cui non vi sono né vinti né vincitori, ma solo mercanti di carne. Da ambo le parti sia chiaro: si scannano da settant’anni perché gli uni sono lo specchio dell’altro e vedendosi e guardandosi si fanno reciprocamente ribrezzo.
Le trasmissioni di informazione non dovrebbero mischiare intrattenimento e luoghi comuni e grida e tutto il bric a brac consueto. Ma si sa, ai Cocacolacompanyblackrockvanguard questo spettacolo fa cassetta, moneta, danaro, insomma, rende. È carne buona da vendere. Una libbra, una libbra di carne senza sangue. Spettacolo il mercato. Like, megalike, audience, cassetta, soldini dolcini…
Emanuele Torreggiani