(Anche) Legambiente Terre di Parchi si schiera contro l’impianto fotovoltaico dell’Est-Ticino

Legambiente Terre di Parchi intende unirsi al Comitato No Impianto Fotovoltaico e ai Comuni interessati dall’opera per esprimere la contrarietà alla sua realizzazione

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Anche Legambiente Terre di Parchi prende posizione contro la realizzazione del maxi impianto fotovoltaico “Ranteghetta”, che dovrebbe sorgere nei territori dei Comuni di Santo Stefano Ticino, Marcallo con Casone e Ossona, nel cuore dell’Est Ticino. L’associazione ambientalista ha annunciato l’intenzione di affiancare ufficialmente il Comitato No Impianto Fotovoltaico e le amministrazioni comunali interessate, condividendo con loro le preoccupazioni e ribadendo una netta contrarietà all’opera.

Il progetto in questione prevede la costruzione di un impianto fotovoltaico a terra da 68,48 MWp, su un’estensione agricola di circa 87 ettari. Una superficie enorme, sottratta a vocazioni produttive storiche e strategiche, che comporterebbe – secondo Legambiente – un impatto ambientale e paesaggistico molto rilevante e potenzialmente irreversibile.

«Fermare il consumo di suolo agricolo – sottolinea Legambiente Terre di Parchi – è una priorità imprescindibile. In un contesto come quello lombardo, dove la pressione antropica è già altissima, sacrificare ulteriore suolo fertile significa mettere a rischio la sostenibilità alimentare, favorire la perdita di servizi ecosistemici essenziali, aumentare la vulnerabilità idrogeologica dei territori, e compromettere il paesaggio agrario, che è parte integrante della nostra identità culturale ed economica».

L’associazione evidenzia anche che la transizione energetica non può e non deve avvenire a discapito dell’ambiente e del suolo: esistono alternative più sostenibili, come il fotovoltaico su tetti, capannoni industriali e aree dismesse, che consentono di produrre energia pulita senza intaccare preziose superfici agricole.

Legambiente Terre di Parchi conclude rinnovando il proprio appello affinché le istituzioni competenti blocchino il progetto in questa forma, e avviino una seria riflessione su modelli di sviluppo realmente sostenibili, che mettano al centro la tutela del territorio e delle comunità che lo abitano.

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