Un tempo controverso, oggi soltanto celebrato e forse anche un poco dimenticato da quando il tempo ha cominciato ad accelerare catapultandoci in una nuova era impaziente di liberarsi dall’umanità novecentesca, tra il sublime ed il triviale, di quando la vita dettava il tempo delle frasi scritte a mano, riversate su qualunque pezzo di carta, creazione e memoria di vite analogiche trasudanti di casi, talenti ed imperfezioni.
“Un omaggio a un poeta del Novecento che ha reso la poesia e la prosa quasi indistinguibili”, commenta il regista ed attore Riccardo Magherini. E proprio partendo da questa sorta di indistinguibilità o miscela nasce l’esigenza per questo trio di amici ed artisti di liberare ammirazione, gioco e creatività in uno spettacolo ludico, poliforme, irriverente, poetico ed un po’ patetico, empatico e sarcastico. “Hank per gli amici, Charles Bukowski per la storia”.
“Hank è come guardare dal finestrino del treno che viaggia, pigro, tra l’umanità. Si vedono uomini e donne attraverso lo sguardo crudele e disincantato di un bambino. Si viene trasportati da quell’umorismo schietto e irriverente, che ci spinge a specchiarci e a ridere di noi stessi. “, descrivono così l’esperienza portata sul parquet del Pacta di via Dini, Magherini Lanni e Palimento. Tra “reading, singing e storytelling” , come lo stesso Bukowski spesso faceva nella sua vita leggendaria tra i bassi fondi di diversi stati USA, lui figlio di immigrati dalla Germania.
Le musiche dello spettacolo sono originali composizioni del trio composte sul ritmo delle parole del grande scrittore : “HANK è un incontro tra la parola e la musica: molto di quello che ha scritto, sembra quasi portare con sé ritmi, sonorità, colori inconfondibili. Ascoltando bene, viene quasi naturale inventare una canzone, comporre un pezzo” , illustra ancora Magherini che sul palco veste, in maniera che sembra davvero “mimetica” i panni di “Hank” in continuo dialogo (anche canoro) e scambio con i due sodali alla batteria ed alla chitarra, anch’essi comprimari insieme alle note ed alle parole di Bukowski.
Settantacinque minuti piacevoli, estemporanei, acidi e toccanti. L’amore del trio per questo autore traspare dal gusto autentico capace di attirare il pubblico in questa sospensione di spazio e tempo, da un angolo della stanza di Hank alle strade di quella “America” delle grandi promesse e delle vite invisibili e miserevoli le quali, nella ri-creazione artistica, divengono colori e ritmi di varia umanità su cui aleggia lo spirito – così vivo e credibile grazie all’alchimia del terzetto – dello scrittore naturalizzato statunitense.
“Charles Bukowski è una mia, una nostra, vecchia frequentazione. Mia, di Nicola Maria Lanni e di Lele Palimento, che sono tornati a farsi ispirare e a comporre e a suonare e cantare, in scena, con me” .
E dunque “bravi !” a questi tre amici di Bukowski che ci riportano sulle tracce di uno scrittore prolifico al punto da esser totalmente impubblicabile avendo lasciato scatoloni di manoscritti densi di vita e di vite che ancora molto hanno da comunicarci in questo secolo di solitudini digitali.
Un arrivederci a presto ai tre autori (più uno, “Hank”) di questo pastiche godibilissimo ed intelligente. Lo spazio scenico e la magia del teatro dove le arti si fondono e si ricreano.
Pacta dei Teatri chiude in questi giorni di giugno con “La créme de la créme”, rassegna dei laboratori di teatro a cura di Pacta e successivamente con il lavoro fatto insieme all’università Statale di Milano durante il laboratorio “Dal testo alla scena: pratica ed estetica dello spettacolo”, proposto dalla prof.ssa di estetica Maddalena Mazzocut-Mis.
Tutte le info: www.pacta.org
Alessandra Branca