Speciale TN Salute. Emergenza emicranie: quando il dolore può anche proteggerti

Ne abbiamo parlato con il dottor Fabio Frediani, già Primario del San Carlo di Milano e colonna portante del Poliambulatorio Santa Crescenzia di Magenta

Alla scoperta dell’Isola Blu, tra bellezza e tecnologia

A breve ci sarà anche un nutrizionista a completare l’offerta dei servizi e delle consulenze, ma intanto ci si concentra sulla presentazione delle novità...

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Nel caso delle emicranie possiamo anche dire che il cervello manda un segnale al nostro corpo in modo più o meno brutale: ‘ti devi fermare’”.

Il tema delle cefalee o genericamente chiamato ‘mal di testa’ è senza dubbio la materia di studio professionale – praticamente da una vita, dai tempi in cui al ‘Besta’ di Milano durante il suo tirocinio fu assegnato al centro specializzato appena avviato – che fa del dottor Fabio Frediani uno dei maggiori esperti nel nostro Paese.

Il neurologo, che risiede a Magenta ed è particolarmente legato al nostro territorio è da poco andato in pensione (dicembre 2024 ndr). Anche se per fortuna nostra, continua a mettere a disposizione passione, competenza e professionalità.

Tanto che il suo impegno ormai storico con il Poliambulatorio Santa Crescenzia – che risale al lontano 1993 – con ogni probabilità, sin dalle prossime settimane aumenterà.
Per adesso la giornata di ambulatorio è il mercoledì ma presto potrebbe essere inserita un’altra giornata.

Una risorsa preziosa non solo per il Magentino, forte anche della sua esperienza che lo ha portato ad aver aperto il reparto di Neurologia al ‘Fornaroli’ ed aver concluso – come detto – il suo percorso ospedaliero come primario del San Carlo.

La caratteristica principale di questo bravo neurologo molto assertivo e particolarmente attento alla storia clinica dei suoi Pazienti è quella di essere un autentico luminare nel campo delle Cefalee. Una patologia – questo il paradosso tipico della nostra comunità scientifica – che viene spesso banalizzata a semplice ‘sintomo’.

Un ‘gap culturale’ tipico del nostro Paese che ha avuto come conseguenza il fatto che disponiamo di un numero di specialisti di gran lunga inferiore alla effettiva richiesta.

“In Italia – spiega Frediani – a fronte di 7 milioni di emicranici abbiamo circa 500 medici specializzati e non più di 150/160 centri dedicati ma bene pochi di questi realmente strutturati”.

Una carenza che, gioco forza, finisce per rendere sempre più superficiale l’approccio ad una malattia – perché le cose vanno chiamate con il loro nome – che potrebbe avere conseguenze molto pesanti per il paziente. Nei casi peggiori anche devastanti.

“Questa carenza obbliga, di fatto, il paziente a doversi “arrangiare” da solo, inducendo una pericolosa crescita dell’automedicazione con tutti i rischi del caso…”. ‘Ma è così difficile diagnosticare un mal di testa?’
“Certamente sì – afferma lo specialista – in quanto ci sono almeno 200 differenti tipologie di mal di testa, quindi, capirne le esatte origini è tutt’altro che semplice. Diciamo che un passo avanti significativo sarebbe già quello di sapere distinguere tra cefalea primaria e secondaria, ovvero, tra quella che è una malattia e quella che invece nasconde un’altra malattia, magari anche pericolosa”.
Da qui il medico lancia un accorato appello ad investire di più sulla conoscenza di questa patologia. Conoscere la patologia significa poter decidere in maniera determinante l’approccio diagnostico e terapeutico da seguire. Se si sbaglia, come sempre, si possono fare danni. O comunque non risolvere il problema.

Si badi che tra gli stessi neurologi c’è ancora una troppa generalizzazione della materia.
Eppure, riuscire ad inviare dei messaggi di sanità precisi e puntuali in primis a livello culturale a quel popolo di 7 milioni di emicranici del ‘Bel Paese’ sarebbe davvero cosa rilevante. Così come tutto il determinante argomento della prevenzione.

Prendiamo i cosiddetti ‘Red Flags’, segnali d’allarme che se presi nella giusta considerazione, ma più ancora con la corretta tempistica, potrebbero essere assai preziosi nel salvare vite umane o, comunque, utili ad evitare l’aggravamento di patologie con conseguenze pesanti per la persona.

“Un forte mal di testa per chi non ne ha mai sofferto, il mal di testa peggiore della tua vita, il mal di testa che ti arriva durante uno sforzo, il cosiddetto ‘mal di testa esplosivo’ che nel 50 per cento dei casi nasconde un’emorragia … “.

“Qui – rimarca il dottor Frediani – non c’è da perder tempo e occorre andare senza indugio in Pronto Soccorso. Anche nel caso in cui non si risponde alle terapie dopo un tot di giorni che, di norma, vengono assunte per quel tipo di mal di testa, è opportuno andare a farsi visitare tempestivamente”.

Consigli preziosi che non ci stancheremo mai di ripetere. Perché la prevenzione è fondamentale. E di riflesso, purtroppo, la banalizzazione della malattia è nefasta in ogni senso.

D’altronde, il fenomeno Cefalee ha un’incidenza davvero molto significativa specie nei Paesi industrializzati dove siamo al 12-13% della popolazione. Ma soprattutto, è considerata la seconda causa d’invalidità nella fascia d’età che va dai 15 ai 50 anni, che diventa anche la prima nel caso della popolazione femminile. E questa, non dimentichiamolo, è la fase maggiormente produttiva della nostra vita.

Insomma, altro che sintomo! Altro che risolvere il problema seguendo le indicazioni di qualche ‘pubblicità martellante’ a volte, proprio come il mal di testa… Perché le emicranie – parola del dottor Frediani – ti possono davvero stravolgere l’esistenza.

“Quando sono croniche e si ripresentano in forma ciclica hanno delle implicazioni notevoli anche a livello psicologico e comportamentale sul soggetto che ne soffre. Spesso si cancellano appuntamenti, si abbandona la vita sociale, si vive nel terrore che arrivi il prossimo mal di testa…”.

Naturalmente anche per chi soffre di emicrania vale la regola dei corretti stili di vita. Forse in questo caso, ancora di più. Perché la regolarità per questi soggetti è un valore aggiunto. “Fare attività fisica moderata in modo costante, mangiare sempre alle stesse ore del giorno, non stravolgere le proprie abitudini nel fine settimana, proprio per non incappare nell’ormai classico ‘mal di testa da week end’…”.

Consigli che non possiamo che girare ai nostri Lettori. Perché l’emicrania – definizione interessantissima dataci dal dottor Frediani – ‘è una patologia dell’adattamento’. Come dire che il nostro fisico, quando gli si cambia troppo la routine va in ‘crash’.

“Questo perché il cervello di un emicranico è tendenzialmente con meno protezioni e meno benzina. Ma contestualmente la personalità di questi soggetti (ci sono studi specifici che hanno portato a tratteggiare una personalità stereotipata ma risponde al vero *ndr) li pone come iper attivi, perfezionisti, molto severi con sé stessi…”.

Logico pertanto che se alziamo troppo l’asticella e chiediamo sempre di più, allora, il nostro corpo si ‘arrabbia’ – e qui torniamo all’inizio di questa lunga ma interessantissima intervista – e nel caso di chi soffre di cefalea giunge il messaggio di chiedere un ‘time out’ è appunto il ‘mal di testa’..

“Sono soggetti ipersensibili e qui il dolore si trasforma in difesa. Anche se in alcuni casi può essere molto impattante per il paziente…”.

In chiusura, lo specialista del Poliambulatorio Medico Santa Crescenzia ci concede un focus sui ragazzi.

“Innanzi tutto diciamo che la prima colazione è essenziale. Potrà sembrare una banalità, ma il nostro fisico ha bisogno di energie. Perciò molti mal di testa, specie nei giovanissimi, sono strettamente collegati a cattive abitudini alimentari.
In secondo luogo, potrà apparire magari un po’ sorprendente, ma da recenti studi scientifici non è emersa una diretta connessione con l’utilizzo di Tablet, Smartphone, ect. Certamente sarebbe buona prassi un utilizzo moderato di queste nuove tecnologie. Di converso, ascoltare a lungo la musica con le cuffie può essere alla base dell’insorgenza di mal di testa…”.

Certo – volendo chiudere con una battuta da Boomers concedetecelo … – con certa musica nelle orecchie che gira oggi nella ‘generazione Z’, non stentiamo a credere che si sia arrivati a queste conclusioni.

Fabrizio Valenti

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner