Magenta quando andavamo dal Genoveffa e dal Forzani

Se è andato anche Roberto Forzani, all'età di 83 anni. Con i suoi negozi negli anni Ottanta è stato un simbolo per il commercio di una Magenta che vestiva alla paninara.

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La Città di Magenta perde un altro volto storico del commercio degli anni ruggenti. Stiamo parlando di Roberto “Roby” Forzani, mancato all’età di 83 anni e i cui funerali si svolgeranno domani mattina, martedì 17 dicembre, alle ore 10, presso la Basilica di San Martino.

Per chi è della generazione tra gli anni Settanta e Ottanta, quando parli di Forzani e del mitico Genoveffa – il negozio con quel nome che è entrato nella storia del commercio locale esiste ancora – non puoi non avere un sussulto di gioia. Perché è un po’ come rivivere l’età dell’oro.

E’ un po’ come quanto il grande Max Pezzali intona gli ‘Anni. Sì in quegli anni c’era il grande Real e i Roy Rogers come jeans…. Qui siamo in pieno boom paninaro. E alzi la mano chi in quel periodo non ha varcato la soglia di quei negozi, per indossare il mitico Scott, o ancora i Jeans con la U sulla chiappa destra -chi non si ricorda il brand Uniform ! – e poi una marca che in quel tempo andava per la maggiore: Americanino!!! . Jeans, Felpone, giubbotti. Ce ne sarebbero un’infinità d’altre in primis El Charro con i suoi cinturoni e gli stivaloni della Durango ai piedi. Ma ci fermiamo qui perché sennò ci scende la lacrima…

Varcare del soglia Genoveffa così come nel più elegante Forzani con il suo Forzani Junior lungo la via Roma, significava entrare in un certo mondo. Perchè allora quelle griffe avevano un valore identitario molto forte tra gli adolescenti e i ragazzi di quell’epoca.

Ma la bellezza dell’essere Paninari o semplicemente vestirsi con quegli abiti, stava nel fatto che seppur non proprio per tutte le tasche, fossero prodotti, oltre che di qualità – il sottoscritto ha degli Scott che ormai hanno più di 30 anni sulle spalle e sono praticamente perfetti – ma anche accessibili.

In altre parole, il Signor Roberto al pari di altri dinamici ed intraprendenti commercianti Magentini di quel periodo, avevano reso a portata di mano, una realtà che per i ragazzi anni Ottanta, andava oltre il materiale.

Non è un caso che quelli che parlano bene a proposito di marketing dicono che dietro ad un prodotto vendi sempre un sogno, un desiderio. Già un sogno che era a possibile. Ci sarebbe da dire molto rispetto al contesto attuale in cui i prezzi per dei prodotti diciamo di ‘pari grado’ rispetto a quelli in voga quarant’anni fa, sono completamente fuori di testa (“Sneakers” leggasi banalmente scarpa da tennis da passaggio che costano anche 500 euro… no comment) e non si sa bene neanche da dove arrivino. O meglio si sa benissimo.

Anche da qui passa lo spopolamento dei nostri centri commerciali naturali perché si sa già che quella roba per la maggiore andrà venduta con l’on line o a qualche arabo o giapponese di turno che con toccata e fuga è venuto a fare shopping da queste parti. Ma nulla lascia al nostro territorio in termini di continuità e dell’essere comunità.

Ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano, non è nostra intenzione di certo fare qui un trattato di sociologia. Restiamo all’uomo che insieme alla sua famiglia ha contribuito alla crescita della nostra città.

Una Magenta frizzante e dinamica, una Magenta da bere – perchè alla fine avevano ragione i Socialisti e non quei tristoni che forse preferiscono la congiuntura attuale con una città con 106 farmacie e poco altro… (citando ancora gli 883) – con le sue vasche al sabato pomeriggio e la gente che a fiumi scorreva avanti indietro.
Perché, il Genoveffa o il Forzani, ma senza voler far torto a nessuno è giusto ricordare anche l’indimenticabile e unico Tony Boutique….ce li aveva solo Magenta.

Era davvero un altro mondo e siamo contenti di averlo vissuto. Buon viaggio Signor Roberto !

F.V.

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