Novantasette anni per Don Fausto, già parroco a Magenta ricorda la sua città profondamente cambiata negli anni

Volontari della Parrocchia e della San Vincenzo hanno organizzato una piccola festa a sorpresa.

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Una festa a sorpresa per don Fausto Giacobbe, già parroco a Magenta. 97 anni e una mente talmente lucina da ricordare ogni momento della sua vita di fede. Un gruppo di amici lo ha accolto in una stanza del Centro Paolo VI con torta e qualche dolcetto. Volontari della Parrocchia, le volontarie della San Vincenzo San Martino e alcuni amici. Ha parlato di Magenta don Fausto Giacobbe, una città che è cambiata. Con lo sguardo della fede don Fausto ha ricordato quell’inchiesta sulla frequenza della messa quando arrivò in città. “Risultava che frequentava la messa il 41 per cento dei magentini – ha detto – il cardinal Martini mi diceva, ‘vedi che la Brianza è da noi’ e la Brianza era il centro della fede. Adesso a quanto arriviamo? A una percentuale bassissima”.

Scarsissima affluenza dai giovani in chiesa. Don Fausto non sa dare una spiegazione a questo trend in continua discesa. “Forse perché i genitori di questi ragazzi sono il frutto del ‘68. – commenta – Sono stati loro ad abbandonare la fede, la scienza è stata vista come unica materia di conoscenza. I genitori hanno cominciato a non frequentare più la messa e questi sono i risultati”. Un quadro poco idilliaco, dice don Fausto. La domanda che tutti si fanno è sempre la stessa. Cosa fare per cambiare le cose? “Si va allo stadio arrivando ore prima dell’inizio, alla messa si arriva dopo e si va via prima”, dice. “E’ un problema di rifiuto, hanno altro a cui pensare – aggiunge – I ragazzi arrivano alla prima comunione e alla Cresima pensando di avere raggiunto un traguardo scolastico”. Don Fausto ricorda gli anni in cui i giovani in chiesa erano tanti. “Non arrivai a Magenta volentieri – aggiunge – il cardinal Martini mi propose Magenta, quando avevo già un’altra destinazione. Accettai, pensando ai grandi parroci del passato”. E’ un fiume in piena don Fausto. Dimostra molti meno anni di quelli che la carta di identità gli attribuisce.

“Pensavo alla grande importanza di Magenta dal punto di vista storico – afferma – Ho trovato accoglienza e collaborazione. Ho trovato tanta attenzione e corresponsabilità. Di lavori ne ho fatti parecchi. Ho trovato l’oratorio finito, ma non c’era il cinema. La discussione verteva se farci una palestra o il cinema. Io optai per il cinema”. Don Fausto ricorda anche i contrasti dell’epoca. Il centro per la catechesi di don Giuseppe Locatelli che don Fausto continuò trovando parecchia collaborazione. Per non parlare del restauro della basilica, cominciato dal tetto. Una spesa di 998milioni di vecchie lire. “Prima che fosse finito era già pagato – ricorda – grazie alla generosità dei magentini. E poi tutto il restauro interno con gli affreschi”. Magenta tutta augura buon compleanno a don Fausto. Un patrimonio di fede e di ricordi inestimabile.

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