Ha capito che era arrivato il momento di andare ad aiutare i più poveri. Maria Baldo di Magenta ha fatto questa scelta meditata e suggellata nella chiesa di San Pietro a Reggio Emilia dall’arcivescovo Gianfranco Morandi che le ha conferito il mandato missionario. E così quest’anno ripartirà alla volta di Luis Barbosa, entroterra di Bahia. Luogo dove il livello di scolarizzazione è molto basso e si vive in uno stato di estrema povertà. Luogo che Maria ha già conosciuto per tre mesi dal marzo di quest’anno. Ma chi è Maria? Persona schiva che non ama stare sotto i riflettori ha sempre avuto dentro di sé la vocazione ad aiutare chi era in difficoltà. Tanto da ricevere il primo mandato nel 1994 insieme al marito Federico Confalonieri morto da anni. Sarebbero andati insieme in Algeria, ma la guerra civile bloccò i loro piani. Ma, soprattutto, Federico si ammalò e per Maria cominciò un’altra vita.
Logopedista e psicologa per anni ha lavorato all’istituto Auxologico di Milano e poi al Golgi di Abbiategrasso. «Ho aperto un’associazione di volontariato che si dedicava alla logopedia – racconta – mi mettevo a disposizione gratuitamente nel pomeriggio essenzialmente per abbattere le lunghe liste di attesa per coloro che non potevano permettersi le visite private». Gli anni sono passati e Maria, superati i 50 anni con i figli grandi, ha fatto una scelta importante per la vita. «Ho ripreso i miei sogni, decidendo di partire dapprima per Gerusalemme per fare formazione e lavorare in un ospedale per bambini profughi arabi sordomuti a Betlemme. Ma poi è scoppiato il covid». E’ stato don Davide ad indicarle le case della carità e l’idea era sempre quella di partire per Gerusalemme una volta riaperte le frontiere. Ma in quel periodo ci fu necessità di una logopedista per il parroco che si era ammalato. Terminato il trattamento il responsabile delle case della carità indicò a Maria una loro missione. «E così a marzo sono partita per l’entroterra di Bahia – continua – L’indicazione era di capire dove potessi arrivare in una terra così diversa». Maria ha acquistato, come prima cosa, una bicicletta e uno zaino che ha riempito di generi alimentari. Perché in quella zona manca da mangiare e molti soffrono la fame. Le donne vivono in uno stato di rassegnazione con figli che, spesso, hanno papà diversi.
Il progetto per Maria è chiamato Jeoven, giovani. Destinato ai ragazzi per dare loro una dignità in un paese dove le dipendenze da droga e alcol sono elevatissime. «Come prima cosa ci sarà da realizzare la mensa – afferma . Dando almeno un pasto al giorno un un territorio dove si soffre la fame». Nella casa delle carità ci sono le suore della congregazione mariana insieme agi ospiti disabili. «Non andrò a creare una realtà analoga alla nostra – conclude – ma quello che abbiamo di buono cercheremo di esportarlo. Nei tre mesi che ho trascorso in Brasile ho operato a stretto contatto con i bambini autistici. La percentuale di bambini autistici è elevatissima. Entreremo nel loro ambiente in punta di piedi e umilmente. A chi mi chiede se non fosse meglio rimanere nel nostro territorio a continuare a fare qualcosa di buono rispondo che là stanno peggio ed è giunto il momento di andare. Intendo realizzare i sogni che avevo insieme a Federico. Magari farò un blog riportando tutte le settimane quello che faremo. L’intento è dare voce a chi voce non ne ha».