MILANO Gli antivirali orali come la pillola Pfizer “risolvono molto, ma non tutto. Nonostante siano farmaci meravigliosi, hanno un costo, un tempo ristretto in cui devono essere impiegati. Quest’ultimo aspetto riguarda anche gli antinfiammatori, ma un conto è andare in farmacia a prendere ibuprofene e assumerlo al primo sintomo sotto stretto controllo medico, un conto è fare una trafila più lunga”.
Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, pioniere nel filone di studi sull’utilizzo degli antinfiammatori contro Covid-19.
Inoltre, ragiona Remuzzi, “l’uso degli antivirali orali vale per alcuni pazienti nello specifico. C’è infine un problema di fornitura del farmaco: non tutti quelli che ne hanno bisogno lo avranno. Ecco perché vanno considerate e messe in campo un insieme di opzioni terapeutiche. Fermo restando il ruolo cruciale a monte dei vaccini”.